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Lo sapevate? Perché Castel Sant’Angelo si chiama così?

Lo sapevate? Perché Castel Sant’Angelo si chiama così?

La statua che fa capolino su Castel Sant’Angelo, uno dei monumenti romani più conosciuti, ha una storia interessante e molto travagliata. Inizialmente infatti era fatta di legno e in breve tempo si rovinò. Da lì svariate sostituzioni, sino alla statua attuale. Ecco che cosa è successo ed ecco perché Castel Sant’Angelo si chiama così.

Castel Sant’Angelo, detto anche Mausoleo di Adriano, è un monumento di Roma, situato sulla sponda destra del Tevere, a poca distanza dal Vaticano, tra il rione di Borgo e quello di Prati; è collegato allo Stato del Vaticano attraverso il corridoio fortificato del “passetto”. Il castello è stato radicalmente modificato più volte in epoca medievale e rinascimentale.

Tutto ha inizio nel 135 d.C. quando l’imperatore Adriano chiede all’architetto Demetriano di costruire un mausoleo funebre per sé e i suoi familiari, ispirandosi al modello del mausoleo di Augusto, ma con dimensioni gigantesche. I lavori durarono diversi anni e furono ultimati da Antonino Pio nel 139.

Il Mausoleo ospitò i resti dell’imperatore Adriano e di sua moglie Vibia Sabina, dell’imperatore Antonino Pio, di sua moglie Faustina maggiore e di tre dei loro figli, di Lucio Elio Cesare, di Commodo, dell’imperatore Marco Aurelio e di altri tre dei suoi figli, dell’imperatore Settimio Severo, di sua moglie Giulia Domna e dei loro figli e imperatori Geta e Caracalla.

Il mausoleo perse in parte la sua funzione quando fu collegato alle Mura Aureliane, diventando parte del sistema difensivo cittadino. Castel Sant’Angelo è arrivato a noi attraverso tantissime trasformazioni e vicissitudini: fu infatti anche rifugio e sede dei papi, sede del tesoro, tribunale e prigione, caserma e poi museo e soprattutto resistette al Sacco di Roma dei Lanzichenecchi.

Per commemorare l’avvenimento che ha dato il nome attuale alla struttura, la statua di un angelo corona l’edificio. In origine si trattava di una statua di legno che finì come detto per distruggersi; il secondo angelo, di marmo, fu distrutto nel 1379 in un assedio e sostituito nel 1453 da un angelo di marmo con le ali di bronzo. Questo angelo venne distrutto nel 1497 da un fulmine che fece esplodere una polveriera nel castello e fu sostituito con uno di bronzo dorato che però nel 1527 venne fuso per farne cannoni. Infine fu la volta di una statua in marmo con le ali di bronzo di Raffaello da Montelupo risalente al XVI secolo e attualmente visibile nel Cortile dell’Angelo e poi, nel 1753, arrivò l’attuale angelo in bronzo di Peter Anton von Verschaffelt, sottoposto a restauro tra il 1983 e il 1986. E che ancora resiste.

Ancora oggi nel Museo Capitolino è conservata una pietra circolare con impronte dei piedi che secondo la tradizione sarebbero quelle lasciate dall’Arcangelo quando si fermò per annunciare la fine della peste.

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