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Castel Sant’Angelo: suggestioni, leggende, storia ed un caffè godendo di una delle viste più incantevoli del mondo

Castel Sant’Angelo: suggestioni, leggende, storia ed un caffè godendo di una delle viste più incantevoli del mondo.

Ci siamo recati a fare visita a Castel Sant’Angelo di domenica mattina. Una fila consistente di turisti ci accompagna, il sole romano è cocente ma fortunatamente la fila è molto scorrevole ed alcuni musicisti di strada sembrano accompagnare con una colonna sonora il nostro incedere. Dopo aver pagato il biglietto passiamo per il cortile delle fucilazioni nell’area compresa Nord-Est delle mura quadrangolari.

È qui che si effettuavano a Roma le pene capitali che non volevano essere rese pubbliche. Entriamo poi nell’Atrium, il vero e proprio accesso al Mausoleo dove, in fondo, incontriamo un’enorme nicchia vuota dove un tempo era ospitata la colossale statua dell’imperatore Adriano. Attualmente della scultura ne è rimasta solo la testa, oggi conservata nei Musei Vaticani. Durante il percorso, che consigliamo di fare con religioso silenzio, la nostra attenzione cade su un foro che indica la prigione dove fu rinchiuso Benvenuto Cellini, uno dei più importanti artisti del periodo manierista, dal carattere violento e autore di numerosi omicidi. A Castel Sant’Angelo, lo scultore e scrittore non trascorse soltanto anni di detenzione, ma difese attivamente il Papa come archibugiere e bombardiere.

 

Lo immaginiamo rinchiuso dopo essere stato accusato di aver rubato alcuni gioielli di proprietà di Clemente VII durante il Sacco del 1527, per poi riuscire a scappare dal carcere calandosi con le lenzuola annodate dal bastione.

 

Fu catturato e rinchiuso in questa cella scura, dove soltanto per mezz’ora al giorno poteva entrare un raggio di sole. Camminiamo, saliamo le scale ed attraversiamo diverse sale, tra cui quella delle urne, dove erano custodite le spoglie di Adriano e dei membri della famiglia imperiale fino a Caracalla.

 

A sinistra una lapide marmorea reca alcuni versi in latino dedicati alla sua anima dallo stesso Adriano e reci celebri da Marguerite Yourcenar: “Piccola anima smarrita e soave, compagna ed ospite del corpo, ora t’appresti a scendere in luoghi incolori ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti”.

Castel Sant’Angelo ebbe un utilizzo estremamente variegato nel corso della sua vicenda storica: eretto assecondando la funzione di mausoleo imperiale, in seguito divenne residenza fortificata, come abbiamo visto prigione, ed infine monumento-museo.

 

Ad un certo punto veniamo investiti da una vista spettacolare nel Giretto di Alessandro che affaccia su Roma e sul Vaticano. Siamo pervasi di bellezza e maestosità che godiamo da questo straordinario muro aperto in una successione di archi: ecco il complesso di Santo Spirito e alle sue spalle il colle del Gianicolo, al centro la Basilica di San Pietro dominata dalla cupola di Michelangelo, il colonnato di Gian Lorenzo Bernini e via della Conciliazione. È un privilegio essere qui a godere di uno degli spettacoli più incantevoli del mondo.

 

Decidiamo quindi di prendere un caffè in uno dei bar più particolari della città proprio perché dentro la fortezza: parliamo della Caffetteria Ristorante “Le Terrazze”.

Terminiamo il nostro viaggio nel punto più alto del Castello, dominato dalla scultura bronzea dell’Arcangelo Michele e ci sovviene alla mente, mentre andiamo via, la “leggenda dell’Angelo”. Secondo quest’ultima, nel 590 d.c, papa Gregorio Magno, mentre stava attraversando Ponte Elio durante una processione penitenziale, ebbe la visione dell’Arcangelo Michele che rinfoderava la sua spada sulla sommità della mole a simboleggiare la fine della pestilenza.

 

E non possiamo fare a meno di pensare ad un parallelismo con la pandemia: che sia di buon auspicio.

 

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