Lo sapevate? Sino al 1800 in piazza Navona si svolgevano anche delle corse di cavalli.
L’uso ludico della piazza (gare, corse e manifestazioni acquatiche), nato in epoca antica si protrarrà fino ad età rinascimentale avanzata quando ancora appare come area adibita ad addestramento cavalleresco e ludi carnevaleschi. Tra il 1810 ed il 1839 nella piazza si tennero le corse al fantino, ossia corse di cavalli montati (che però non avevano parentela con le più famose corse dei barberi di Via del Corso).
L’originale forma della piazza attuale ricalca fedelmente il perimetro dell’antico stadio che Domiziano fece costruire nell’86 d. C. per le gare di atletica e corse di cavalli. I resti di questa antica struttura si trovano qualche metro metri al di sotto dell’odierno piano stradale ed è possibile vederli ancora sotto un palazzo moderno in Piazza di Tor Sanguigna e nei sotterranei della chiesa di Sant’Agnese in Agone.
Nel 1652 il Papa diede inizio alla consuetudine di far allagare Piazza Navona per dar sollievo e refrigerio ai cittadini romani durante l’estate: ogni sabato e domenica di agosto, si chiudevano le fontane per far sì che l’acqua tracimasse dalle vasche per inondare la piazza che si trasformava, così, in un vero e proprio lago. Piazza Navona è una delle piazze più famose di Roma e del Mondo. Si tratta di uno dei complessi urbanistici più spettacolari e caratteristici della Roma barocca. La piazza è delimitata dagli edifici che sorsero sui resti dello Stadio di Domiziano: della pista sono conservate la forma e le dimensioni. Lo spazio è stato nei secoli teatro di feste popolari, corse e giostre. Dal XVII secolo fino alla metà del XIX la piazza, che allora aveva il fondo concavo, veniva in parte allagata per offrire refrigerio e svago a tutti.
Il 23 Giugno del 1652 Innocenzo X dispone il primo “Lago di Piazza Navona”, per formare il quale, come scrive il cronista dell’epoca Giacinto Gigli, “a pie della Guglia et delle fontane fu aggiustata l’acqua… et serviva per spasso delle carrozze, che vi passavano sopra”.
Giggi Zanazzo, cronista dell’epoca racconta: “Tutti li sabbiti e le domeniche d’agosto, s’atturava la chiavica de la funtana de mezzo de piazza Navona, e la piazza ch’era fatta a scesa, s’allagava tutta. Che bber divertimento! La mmatina ce s’annava in carozza, o in carettella. Io m’aricordo d’essece ito co’ mmì’ padre a sguazzà’ in de ll’acqua, pe’ ffa’ sciacquà’ le róte infangate de la carozza, quanno aritornamio da le grotte de Testaccio”.
Un tempo, Piazza Navona era una piazza concava che favoriva l’ “allagamento”. L’allagamento di Piazza Navona era un appuntamento a cui non mancavano né gli aristocratici né la gente del popolo.
Questa tradizione durò fino al 1676, quando – per timore di epidemie – fu sospeso l’allagamento della piazza, poi si fermò, quindi riprese. Nel 1703, il medico del papa – Giovanni Maria Lanosi – dichiarò che l’acqua non favoriva la trasmissione delle epidemie se la piazza restava ben pulita. La tradizione delle inondazioni continuò così fino al 1865, ultima data certa di cui si ha notizia di questa pratica. In occasione dell’allagamento, venivano persino allestiti piccoli spettacoli musicali, in scenari fiabeschi a cui poté assistere anche la regina di Polonia in una delle sue visite a Roma. La gente – affacciata ai balconi – ammirava coloro che facevano sfoggio di creatività e originalità. È stato trovato persino un progetto di costruzione di gradinate mobili per favorire gli spettatori.
(Foto Roma Ieri e Oggi).
Descrizione di piazza Navona: Piazza Navona è un simbolo della Roma barocca, con elementi architettonici e scultorei di Gian Lorenzo Bernini (la Fontana dei Quattro Fiumi al centro della piazza, che rappresenta il Danubio, il Gange, il Nilo ed il Rio della Plata, i quattro angoli della Terra), Francesco Borromini e Girolamo Rainaldi (la chiesa di Sant’Agnese in Agone, davanti alla fontana del Bernini) e Pietro da Cortona (autore degli affreschi della galleria di Palazzo Pamphilj).
La piazza doveva celebrare la grandezza del casato dei Pamphili (in una sorta di competizione con i Barberini ed i Farnese) ed Innocenzo X (nato Giovanni Battista Pamphilj) volle che vi si erigesse il palazzo omonimo e che la piazza fosse ornata con opere di ingente valore. Per il riassetto dell’area si ricorse perciò alla demolizione di alcuni isolati, quali i palazzi Cybo e Mellini, mentre la gara per l’aggiudicazione delle commesse fu combattuta senza esclusione di espedienti fra i principali architetti del tempo.
Piazza Navona ha anche altre due fontane: la Fontana del Moro, scolpita da Giacomo della Porta e ritoccata dal Bernini, situata nell’area sud della piazza, e la Fontana del Nettuno (originariamente fontana dei Calderari), situata nell’area nord, opera di Gregorio Zappalà e Antonio Della Bitta. Si affacciano sulla piazza anche diversi palazzi: Palazzo Braschi – della fine del XVIII secolo, sorto sull’area dove sorgeva il palazzo fatto costruire da Francesco Orsini prefetto di Roma nel ‘400; Palazzo De Torres – Lancellotti – eretto intorno al 1552 da Pirro Ligorio; Palazzo Pamphilj – eretto tra il 1644 ed il 1650 circa da Girolamo Rainaldi; Palazzo Tuccimei (già de Cupis Ornani)- eretto nella seconda metà del XVI secolo, su un palazzetto e delle case limitrofe del secolo precedente. La piazza ospita un mercato che nel tempo è divenuto tradizionale.
Nel 1870 fu ordinata la ripavimentazione e fu dato alla piazza un andamento convesso, invece che concavo, impedendo di fatto il prosieguo di questa tradizione “acquatica”.