Fantasmi di Roma. Le apparizioni notturne di Cagliostro e Lorenza Feliciani
Articolo di Rita Chessa.
Continua il nostro viaggio nella Roma esoterica. Stavolta ci avventureremo alla ricerca degli spettri di Giuseppe Balsamo, noto come Alessandro, Conte di Cagliostro, e di sua moglie Lorenza Serafina Feliciani.
Cagliostro nacque a Palermo nel 1743 ed è stato un esoterista, massone ed alchimista dalla vita turbolenta che fu condannato dalla Chiesa cattolica all’ergastolo per eresia ed imprigionato nella fortezza di San Leo. Si sposò con la prostituta Lorenza Serafina Feliciani che lo accompagnò in tutti i suoi viaggi in giro per l’Europa.
Secondo la leggenda, è possibile incontrare i fantasmi dei due coniugi, in vicolo delle Grotte, dietro piazza Farnese, un tratto che collega via dei Giubbonari a via Capodiferro. Il nome della via è dovuto al fatto che il Teatro di Pompeo fu trasformato in grotte adibite successivamente a botteghe, cantine ed osterie. Qui vi viveva Cagliostro e vi conobbe, in una casa di appuntamenti sulla stessa via, la moglie appena diciassettenne.
I racconti popolari narrano che ci si può imbattere, soprattutto in inverno ed in autunno, nelle apparizioni lamentose di una donna, straordinariamente bella e con il volto coperto da un velo, accompagnate dalle risate di suo marito che urla invocante il suo nome. Sembrerebbe che quando erano in vita, le liti tra i due furono spesso burrascose e violente e fu per questo che la Feliciani per liberarsi di Cagliostro lo denunciò con l’accusa di magia ed eresia. Un’incriminazione, che si aggiungeva alle innumerevoli truffe e millanterie in vari paesi del mondo (tra cui quella di riuscire a trasformare il piombo in oro) che lo costrinse al carcere a vita, dove trovò la morte, in una cella priva di porte, nella Rocca di San Leo. A Cagliostro fu anche addebitata la responsabilità di essere tra gli ideatori dello “scandalo della collana” in cui fu coinvolta la regina Maria Antonietta.
Decidiamo quindi di recarci a Vicolo delle Grotte, ma ovviamente non troviamo alcun fantasma. Al civico 22, corrispondente ad un palazzetto attribuito alla famiglia Cardelli leggiamo: “intra fortuna manendum” ossia “non ti approfittare della fortuna” che alcuni interpretano con il motto “non fare il passo più lungo della gamba”.
Ma è al civico numero 10 che rimaniamo sorpresi: qui c’è una targa dove venne al mondo, nel 1905, il grande attore Aldo Fabrizi. Vi leggiamo: “Aldo Fabrizi è nato in questa casa, qui comincia la lunga strada che avrebbe percorso quel bambino destinato ad amare le tavole del palcoscenico quanto le tavole imbandite. Se riuscirete a fermarvi in momento sentirete ancora nell’aria la sua risata. Aldo è ancora qui e non se ne è mai andato”.
Fantastichiamo quindi per un momento un’immagine fuori dal tempo e dallo spazio: tutti e tre che passeggiano insieme e le loro risate che si fondono.