roma.vistanet.it

Lo sapevate? Gli scavi dei collettori fognari del Colosseo hanno restituito gli scheletri di numerosi animali esotici

Lo sapevate? Gli scavi dei collettori fognari del Colosseo hanno restituito gli scheletri di numerosi animali esotici.

A distanza di secoli gli scavi hanno restituito gli scheletri di animali domestici ma anche tantissimi selvatici. Tra questi orsi, leoni, cavalli, struzzi.

Questi animali, molti dei quali arrivavano dalle zone più lontane dell’Impero, venivano utilizzati negli spettacoli di caccia simulata che tenevano banco all’Anfiteatro Flavio e che erano allestiti con vere e proprie scenografie. In questi spettacoli sanguinari, gli animali (e non solo questi, venivano quasi. sempre uccisi), i resti di tantissimi scheletri, accumulatisi sino al IV secolo dopo Cristo, sono rispuntati con dei semplici lavori stradali nella moderna Roma.

 

 

Il Colosseo ospitava i giochi che comprendevano lotte tra animali (venationes), l’uccisione di condannati da parte di animali feroci o altri tipi di esecuzioni (noxii), oltre ai combattimenti tra gladiatori (munera). Le attività seguivano un programma ben ordinato: la mattina c’erano i combattimenti fra gli animali o fra un gladiatore e un animale, all’ora di pranzo si eseguivano le condanne a morte e solo nel pomeriggio si svolgevano i combattimenti fra gladiatori.

Pensate che solamente per l’inaugurazione dell’Anfiteatro Flavio (il nome Colosseo arriverà solo nel Medioevo), l’imperatore Tito diede dei giochi che durarono tre mesi, durante i quali morirono circa 2 000 gladiatori e 9 000 animali. Per celebrare il trionfo di Traiano sui Daci vi combatterono 10 000 gladiatori. 

Gli ultimi combattimenti tra gladiatori sono testimoniati nel 437, ma l’anfiteatro fu ancora utilizzato per le venationes (uccisione di animali) fino al regno di Teodorico il Grande: le ultime vennero organizzate nel 519, in occasione del consolato di Eutarico (genero di Teodorico), e nel 523, per il consolato di Anicio Massimo.

Gli scavi dei collettori fognari hanno restituito resti di scheletri di centinaia di animali domestici e selvatici, tra cui orsi, cavalli, ma anche leoni e struzzi.

Le venationes erano esibizioni di animali o cacce in cui i venatores affrontavano belve, esotiche e non. A queste venationes facevano seguito, le esecuzioni di condannati a morte in modi particolarmente dolorosi : fra questi la condanna alle belve (e anche qui venivano utilizzati degli animali).

L’introduzione delle venationes va messa in relazione con le guerre d’espansione che portarono i Romani a contatto con paesi esotici. L’uso più antico di animali in spettacoli riportato dalle fonti risale alla metà del III secolo a.C., con elefanti catturati in Sicilia : non è chiaro se si sia trattato di un combattimento o di una semplice sfilata ; successivamente si assisté, a quanto pare, ad un’esibizione di struzzi verso il 197; un combattimento vero e proprio, con leoni e pantere, dovette svolgersi nel 186, offerto da M.Fulvius Nobilior ; mentre nel 169 gli edili curuli P.Cornelius Scipio Nasica e P.Cornelius Lentulus offrirono una venatio di 63 (ferae) Africanae, 40 orsi e 40 elefanti.

 

Alla fine del II sec. e nel corso del I, in corrispondenza con il consolidamento dell’espansione romana, divenuto quindi più semplice il reperimento degli animali, gli spettacoli con animali si fecero più frequenti. A volte si trattò di semplici esibizioni di animali esotici, di combattimenti fra animali, o anche di numeri con animali ammaestrati ; altre volte di vere e proprie cacce. Gli animali interessati erano leoni, pantere, elefanti, tori, orsi, coccodrilli e più avanti ulteriori animali esotici, come ippopotami, scimmie, rinoceronti, alci, bisonti e persino foche.

Exit mobile version