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Lo sapevate? Il Colosseo era coperto da un gigantesco tendone che pesava 24 tonnellate ed era azionato da 1000 esperti marinai

Lo sapevate? Il Colosseo era coperto da un gigantesco tendone che pesava 24 tonnellate ed era azionato da 1000 esperti marinai.

(Foto Romano Impero).

Il velarium era una copertura mobile in tessuto composta da più teli (o veli) di canapa, che veniva utilizzata nei teatri e negli anfiteatri romani per garantire agli spettatori un’adeguata protezione in caso di maltempo o nelle giornate di gran caldo.

(Foto Romano Impero).

Il Colosseo aveva un suo velarium, un gigantesco tendaggio che veniva fissato a 240 pali sostegno sporgenti, inseriti in altrettanti fori quadrangolari, in corrispondenza di 240 mensole sporgenti di pietra.

Dalla loro sommità partiva un complesso sistema di corde, lungo le quali venivano aperte e distese enormi “vele”, una sorta di struttura sospesa sull’arena che consentiva la copertura della cavea e di parte dell’arena. Un anello al centro favoriva l’aerazione dell’anfiteatro; per attenuare odori sgradevoli, durante gli spettacoli venivano spansi tra il pubblico getti d’acqua odorosa ed essenze profumate.

Il peso della struttura, era controbilanciato ancorando altre funi su dei cippi di pietra, collocati a raggiera all’esterno della zona anulare pavimentata in travertino. Alcuni cippi sono ancora visibili sui lati nord ed est.

Il velarium era una magistrale opera di ingegneria. Il suo posizionamento, estremamente complicato, veniva svolto da marinai molto esperti, un distaccamento della Classis Misenensis (flotta militare di Miseno), la flotta romana di stanza a capo Miseno.

Stime moderne parlano di un peso complessivo di circa 24 tonnellate e tutto veniva manovrato da 1000 marinai.

L’utilizzo del velarium è ricordato da numerosi storici: Plinio, quando gli spettacoli si svolgevano ancora nel Foro romano, ricorda la realizzazione di un enorme telo steso a copertura di tutta la piazza, «uno spettacolo più stupefacente dei giochi stessi».

 

 

Il Colosseo, originariamente conosciuto come Amphitheatrum Flavium (Anfiteatro Flavio) o semplicemente come Amphitheatrum, situato nel centro di Roma, è il più grande anfiteatro del mondo. La struttura è in grado di contenere un numero di spettatori stimato tra 50 000 e 87 000 unità, è il più importante anfiteatro romano, nonché il più imponente monumento dell’antica Roma che sia giunto fino a noi. 

 

L’Anfiteatro Flavio, più conosciuto come il Colosseo (ma questo nome arrivò solo durante il periodo medievale) costruito in appena 2 anni e 9 mesi, fu inaugurato nell’anno 80 d.C. con ben cento giorni di spettacoli. Nella cerimonia di apertura vennero uccise oltre 5000 belve in un’unica giornata.

L’anfiteatro è stato edificato in epoca Flavia su un’area al limite orientale del Foro Romano. La sua costruzione fu iniziata da Vespasiano nel 70 d.C. e inaugurato da Tito nell’80, con ulteriori modifiche apportate durante l’impero di Domiziano nel 90. L’altezza attuale raggiunge 48,5 m, ma originariamente arrivava a 52 m.

 

La costruzione iniziò nel 72 d.C. sotto l’imperatore Vespasiano, della dinastia flavia. I lavori furono finanziati, come altre opere pubbliche del periodo, con il provento delle tasse provinciali e il bottino del saccheggio del tempio di Gerusalemme (70 d.C.).

Per l’inaugurazione dell’edificio, l’imperatore Tito diede dei giochi che durarono tre mesi, durante i quali morirono circa 2000 gladiatori e 9000 animali. Per celebrare il trionfo di Traiano sui Daci vi combatterono 10000 gladiatori.

Il Colosseo ospitava i giochi dell’anfiteatro, che comprendevano: lotte tra animali (venationes), l’uccisione di condannati da parte di animali feroci o altri tipi di esecuzioni (noxii) e i combattimenti tra gladiatori (munera). Le attività seguivano un programma codificato: la mattina c’erano i combattimenti fra gli animali o fra un gladiatore e un animale, all’ora di pranzo si eseguivano le condanne a morte e solo nel pomeriggio si svolgevano i combattimenti fra gladiatori.

 

Gli ultimi combattimenti tra gladiatori sono testimoniati nel 437, ma l’anfiteatro fu ancora utilizzato per le venationes (uccisione di animali) fino al regno di Teodorico il Grande: le ultime vennero organizzate nel 519, in occasione del consolato di Eutarico (genero di Teodorico), e nel 523, per il consolato di Anicio Massimo.

Gli scavi dei collettori fognari del Colosseo hanno restituito resti di scheletri di numerosi animali domestici e selvatici, tra cui orsi, leoni, cavalli, struzzi.

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