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Lo sapevate? Quanto è profondo il Tevere a Roma?

(Foto La Presse).

Lo sapevate? Quanto è profondo il Tevere a Roma?

Il Tevere è parte centrale della vita dei Romani da millenni. Si tratta di uno dei fiumi più importanti d’Italia ma per la Città Eterna è un simbolo, un punto di riferimento, e in passato persino una divinità. Nei secoli più volte ha dato vita a inondazioni. Ma quanto è profondo lungo il suo corso nella Capitale il “Fiume Biondo”?

 

 

Il Tevere è fondamentale per i Romani. Terzo fiume più importante d’Italia, fu per gli antichi romani elemento di vita e anima della Città Eterna sin dalle sue origini. Impossibile pensare a Roma senza il Tevere. Fu su quelle acque che galleggiò la cesta di Romolo e Remo.

Il Tevere (chiamato anticamente prima Albula, poi Thybris e poi Tiberis è il principale fiume dell’Italia centrale e peninsulare; con 405 km di corso è il terzo fiume italiano per lunghezza (dopo il Po e l’Adige). Secondo solo al Po per ampiezza del bacino idrografico (17375 km²).

La sorgente del fiume Tevere si trova sulle pendici del Monte Fumaiolo a 1268 m s.l.m., sul lato che volge verso la Toscana, vicino alle Balze, frazione del comune di Verghereto (in Provincia di Forlì-Cesena).

In media, il livello (profondità) del Tevere è di 6.5 metri ma in alcuni punti raggiunge anche i 10 metri; l’attuale piano stradale invece si trova circa 9 metri più in alto, l’altezza approssimativa dei muraglioni tra i quali il fiume scorre nell’attraversare la città.

Grazie a quest’ultimi, oggi un’inondazione avrebbe luogo solo nel caso in cui l’acqua raggiungesse i 15 metri. Anticamente, quando i muraglioni non eran stati ancora costruiti, già soli 12 metri erano sufficienti per cominciare ad allagare la città, di solito iniziando dal Ghetto ebraico e a volte l’acqua cresceva ancora di più.

 

Per visualizzare meglio il livello raggiunto, nei primi anni dell’800 (ma si pensa venissero utilizzati strumenti simili anche durante in età classica) furono introdotti gli idrometri, scale graduate affisse a un muro o alla parete di un edificio.

Perché le inondazioni erano così frequenti? Il letto del fiume ha una larghezza irregolare. Lungo il suo corso sono state prodotte alcune strettoie. Una si trovava vicino a Castel Sant’Angelo.

Il Tevere non è profondissimo, nonostante tutto da circa settanta anni, a Capodanno alcunicoraggiosi sono soliti fare dei tuffi. Tra questi Maurizio Palmulli, in arte Mister Ok, che si lancia dai ponti da 30 anni e non si è fermato nemmeno con la pandemia da Coronavirus.

Per quanto riguarda gli appellativi, il nome del Tevere prima era Albula, dal latino albus che tradotto in italiano significa bianco, in riferimento alle sue acque chiare. Un particolare che porta a interpretare anche con cui gli antichi romani usavano chiamare questo fiume, ovvero il biondo Tevere.

 

Le sue acque infatti, per lo meno in antichità, dovevano apparire giallastre a causa della sabbia e del limo che queste trasportavano e che permettevano anche alle terre che bagnavano di essere molto fertili. Da questo aspetto il soprannome flavus, che tradotto dal latino significa proprio biondo. Il nome Tevere invece si pensa derivi dal re latino Tiberino Silvio, che nelle acque di questo fiume sarebbe morto annegato. Il fiume romano era entrato anche nel Pantheon delle divinità romane: veniva infatti venerato secondo il nome di Tiberino. Questo dio a Roma veniva celebrato con grandi feste l’8 dicembre, ricordando l’anniversario della fondazione del tempio dedicato a questa divinità sull’isola Tiberina, posta al centro del fiume e della città.

 

Il fiume fin dalla sua nascita, è stato l’anima di Roma, e il fatto che la città gli debba la propria stessa esistenza è descritto già dalla prima scena della leggenda di fondazione, con Romolo e Remo nella cesta, arenati sotto il ficus ruminalis.

In epoca pre romana il punto in cui la pianura alluvionale era più guadabile era l’Isola Tiberina. L’Isola era, inoltre, il punto fin dove le navi antiche, di basso pescaggio, potevano risalire direttamente dal mare. Poco a valle dell’Isola fu costruito (in legno, e tale rimase per diversi secoli) il primo ponte di Roma, il Pons Sublicius.

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