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Lo sapevate? Come contavano gli anni i Romani antichi?

Lo sapevate? Come contavano gli anni i Romani antichi?

Nel mondo occidentale si contano gli anni a partire dalla nascita di Cristo. E prima? Come venivano scanditi il tempo e i giorni nella Roma antica? Scopritelo in queste righe.

(Foto Romano Impero).

Prima i romani antichi contavano gli anni ab urbe condita, cioè a partire dalla fondazione di Roma. Non solo, perché in seguito venne scelto il 284 dopo Cristo, anno dell’ascesa al potere di un imperatore romano.

Come detto prima si contavano gli anni dalla fondazione di Roma. In seguito venne scelto il 284 dopo Cristo, anno dell’ascesa al potere dell’imperatore romano Diocleziano.
E l’era cristiana? Quando è stata introdotta? La scelta di contare gli anni a partire dalla nascita di Cristo è stata inventata nel 532 da Dionigi il Piccolo, un monaco cattolico di origine sciita, esperto teologo e biblista, ma anche astronomo e matematico.

Dionigi propose infatti di abbandonare l’era di Diocleziano contando gli anni dalla nascita di Gesù, da lui fissata, con un margine di errore di qualche anno, al 25 dicembre dell’anno 753 dalla fondazione di Roma.

Questo conteggio era più diffuso in ambienti dotti che nella realtà popolare, dove, per misurare gli anni, era preferito l’uso di eponimi con il nome dei due consoli in carica (questo uso dagli inizi dell’età repubblicana). La cosiddetta “data varroniana” era stata ricavata fissando al 509 a.C. il primo anno della Repubblica e attribuendo 35 anni di regno a ciascuno dei sette re di Roma.

La data tradizionale per la fondazione di Roma (21 aprile 753 a.C., il Natale di Roma) fu definita quindi da Varrone. In effetti, i Romani datavano gli eventi della città dall’inizio del regno del re in carica e poi, durante il periodo repubblicano, dal nome dei consoli, che duravano in carica solo un anno.
Varrone doveva avere a disposizione una lista di consoli contenente qualche errore e chiamò l’anno in cui si insediarono i primi consoli (Bruto e Collatino) “245 ab Urbe condita” (CCXLV a.U.c.), accettando l’intervallo di 244 anni indicato da Dionigi di Alicarnasso per il totale degli anni in cui Roma fu governata dai leggendari sette re. La correttezza del calcolo di Varrone non è mai stata provata in modo scientifico (e d’altra parte probabilmente Roma non ha una “vera” data di nascita, anche perché gli storici non parlano di fondazione vera e propria ma di unione di vari villaggi vicini nel tempo) ma viene ancora universalmente usata.

Fattore importante con l’introduzione del metodo attuale: l’anno zero allora non esisteva (anche perché la gestione del numero 0 è arrivata con gli Arabi). Nell’uso attuale corrente, per il conteggio degli anni precedenti, si salta dall’anno 1 dopo Cristo all’anno 1 avanti Cristo. Questo criterio si è imposto nell’uso in seguito a un processo di graduale diffusione conclusosi nel secolo X, anche se non bisogna dimenticare che all’interno del mondo occidentale l’era cristiana è riferita a date diverse dai Cristiani di rito latino e da quelli di rito greco, che non accettarono la riforma gregoriana del calendario introdotta nel 1582.

L’uso dell’era cristiana anche per gli anni avanti Cristo è molto più recente.
Prima di Cristo, ogni civiltà contava gli anni a partire da un anno particolare.

I Giapponesi, tuttora, contano dalla incoronazione dell’Imperatore, quindi oggi siamo l’anno 29 del Regno di AkiIto, incoronato nel 1989.
I musulmani contano gli anni dall’Egira, cioè quando Maometto fece un viaggio particolarmente importante da cui nacque poi la sua storia e leggenda
(l’esodo di Maometto, assieme ai primi devoti musulmani, dalla natia Mecca alla volta di Yathrib). Quindi contano gli anni dal 622, anno dell’Egira.
Per gli Ebrei, ma solo per gli ortodossi più ortodossi, siamo al 5.779 dalla nascita di Adamo.
Gli antichi Greci invece contavano gli anni dalla prima Olimpiade.

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