Lo sapevate? L’ultima persona che tentò di salvare il povero Alfredino Rampi è un sardo: l’Angelo di Vermicino.
In quel maledetto pozzo artesiano che nel giugno del 1981 ingoiò vicino a Roma Alfredino Rampi si calò anche un sardo, Angelo Licheri, che oggi ha 78 anni. Fu lui, sardo coraggioso e con il fisico da contorsionista, a calarsi a testa in giù nelle viscere della terra per cercare di afferrare il polso filiforme del bambino e tirarlo fuori dall’incubo. Ma l’impresa disperata non gli riuscì.
E da allora questo eroe sfortunato si porta nella mente le cicatrici di una tragedia assurda. Tragedia entrata in qualche modo nella storia d’Italia: è ancora la più lunga diretta televisiva della Rai, che trasmise le immagini a reti unificate indugiando sul presidente della Repubblica Sandro Pertini, che volle seguire personalmente le operazioni di soccorso.
Quell’uomo per una notte tenne venticinque milioni di italiani con il fiato sospeso. Si calò nel pozzo per tirare su il bimbo incastrato, ma non riuscì a salvarlo. Giunto a trenta metri sotto terra Angelo arrivò persino a stringere il braccio esile di Alfredino. I due si parlarono, Angelo provò a consolarlo ma la presa cedette. La fine di ogni speranza: il piccolo morì alle 6,30 del 13 giugno.
Angelo Licheri rimase sospeso a testa in giù per 45 minuti per tentare di salvare il piccolo. “Vorrei che questa tragedia restasse nel cuore di tutti. Per me è impossibile scordarla, penso ad Alfredino in ogni momento”, ha detto qualche mese l’uomo nell’anniversario dell’incidente. Licheri allora lavorava come autista in una tipografia di Roma. Non si sente un eroe, ma neanche uno sconfitto. Non ha alcun rimpianto, al contrario pensa di aver fatto tutto il possibile. Adesso Licheri non ha una vita semplice: il diabete gli ha causato una gravissima infermità. Ha perso una gamba e non vede più. Abita in una casa di riposo a Nettuno. Si mantiene con la pensione e la vita scorre, pur con le sue difficoltà.
Recentemente per l’Angelo di Vermicino è stato proposto un vitalizio (2.000 euro al mese, esentasse): l’uomo che 40 anni fa provò inutilmente a salvare la vita di Alfredino Rampi a costo di mettere in pericolo la sua.
“Qualche denaro in più – aveva confessato Angelo – mi farebbe comodo. Come mi piacerebbe se la gente si ricordasse di me anche a Pasqua o Natale, non solo in questo periodo…”.