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Lo sapevate? Le vacanze estive sono state inventate dagli antichi romani

Lo sapevate? Le vacanze estive sono state inventate dagli antichi romani.

Sembrerà strano ma il turismo, concepito come lo vediamo noi, è stato inventato e si è sviluppato proprio grazie agli antichi romani. E quali erano le mete preferite, i luoghi di vacanza vicini e lontani dove i ricchi e i patrizi amavano trascorrere le proprie ferie?

Viaggiare era un’attività comune tra gli antichi romani, che si spostavano per motivi commerciali, professionali, familiari, personali, religiosi, intellettuali o militari. Ma c’era anche chi viaggiava per puro piacere, soprattutto tra le classi agiate. Lo stesso termine turismo viene dal francese tour, che a sua volta rimanda al latino tornare (“girare”) e contiene implicitamente l’idea di un viaggio con un rientro, non diversamente dalle ferie estive dei nostri giorni.

Quindi per le ferie dobbiamo ringraziare gli antichi romani, precursori in tante cose e persino nell’andare in vacanza. Anche il ferragosto lo dobbiamo a loro: la parola deriva dal latino feriae Augusti (riposo di Augusto), in onore di Ottaviano Augusto, da cui prende il nome il mese di agosto, un periodo di festeggiamenti e di risposo per tutti i cittadini istituito dall’imperatore nel 18 a.C.

Nell’antica Roma esistevano il negotium, il tempo dedicato agli impegni quotidiani, e l’otium. Quest’ultimo era il momento del riposo, in cui i ricchi romani raggiungevano le ville marittime nell’odierna Campania o per visitare i monumenti delle province orientali, negli odierni Egitto, Grecia, Turchia, Asia minore in genere.

Prima del disastro legato all’eruzione del Vesuvio

I centri vacanzieri più visitati dagli abitanti dell’Urbe si trovavano lungo il magnifico golfo di Napoli. I più frequentati erano Ercolano, Stabia e Oplontis, che in quel periodo erano paradisi terrestri, poi spazzati via, assieme a Pompei, dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

Territori che esercitavano un’attrazione particolare sui viaggiatori grazie ai magnifici (e antichi) monumenti e al loro patrimonio culturale. L’Ellade e le province asiatiche evocavano reminiscenze delle tragedie classiche e dei poemi omerici. In Grecia già allora le destinazioni preferite erano Corinto, Epidauro, Delfi, Sparta o Olimpia. In queste località si svolgevano importanti feste e giochi sportivi, che rappresentavano anche il momento migliore per una visita. Altre città erano famose per i loro monumenti locali, come ad esempio Rodi, dove si potevano ammirare i resti del Colosso.

Ma il paese che già allora suscitava più meraviglia nel turista romano era l’Egitto, un luogo esotico e particolare per tutte le stranezze che racchiudeva. I monumenti giganteschi provocavano stupore: le piramidi di Giza, il tempio di Luxor, la Valle dei Re (sulle cui pareti sono ancora visibili i segni del passaggio di centinaia di viaggiatori che vi hanno inciso nomi, date, brevi biografie, poesie e opinioni). Molti di questi graffiti sono gli antichi commenti lasciati dai turisti, alcuni di questi ironici e simpatici (molti infatti non capivano i geroglifici e lo rimarcavano nei loro commenti. Un’influenza, quella dell’Egitto su Roma, che fece moda e portò molti ricchi romani a ricostruire monumenti egiziani in miniatura a Roma (si vedano gli obelischi, veri o finti, e le piramidi edificati nella Città Eterna).

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