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Lo sapevate? Che cosa era la famigerata e temuta Suburra?

Lo sapevate? Che cosa era la famigerata e temuta Suburra?

Recentemente film e serie tv famosi hanno riportato in auge questo nome: Suburra. Che cosa per Roma era la Suburra? Perché rievoca situazioni sgradevoli e luoghi non propriamente raccomandabili? Scopriamolo insieme in queste righe.

(Foto Focus).

Nell’antica Roma la Suburra, in latino Subura, era il quartiere malfamato di quella che già allora era una città enorme, gigantesca, strapopolata. Una vera metropoli dell’antichità.

La Subura era la zona dell’Urbe che corrisponde all’attuale Quartiere Monti, a ridosso dei Fori Imperiali, non lontano dalla stazione Termini e dal Quirinale.

Si trattava effettivamente di un quartiere molto poco raccomandabile e tra le sue strade strette, sporche e rumorose a partire dal III secolo a. C. vi si svolgeva la vita quotidiana della Roma popolare abitata da teatranti, gladiatori e cortigiane ma anche ladri, prostitute, malviventi e diseredati.

Di tutti i quartieri popolari di Roma, Suburra era il più pericoloso: qui si trovavano le bettole più malfamate, rifugio di fuorilegge. Dopo il tramonto, camminare tranquilli tra le strade di questa parte di città era un’impresa non da poco.

I delitti erano continui e chi era costretto ad attraversare il quartiere, magari di passaggio, per raggiungere un’altra parte della  città lo faceva scortato da schiavi armati e muniti di fiaccole.

Il quartiere era vasto e popoloso: era situato a sud del Murus Terreus alle Carinae, che si estendeva sulle pendici dei colli Quirinale e Viminale fino alle propaggini dell’Esquilino (Oppio, Cispio e Fagutal).

La parte bassa del quartiere era costituita da sottoproletariato urbano che viveva in condizioni miserabili, in un quartiere a luci rosse. Il termine suburra ha conservato, nel linguaggio comune, il significato generico di luogo malfamato, teatro di malaffare, crimini e immoralità.

Giulio Cesare nacque e visse in una casa familiare (domus) nella Suburra fino a quando, nel 63 a.C., fu eletto pontefice massimo a 37 anni. Anche il poeta Marziale abitò nel quartiere.

Gli altri romani per proteggersi dai ripetuti incendi della Suburra (e probabilmente per ghettizzare ed escludere determinate persone), i ricchi romani al potere si erano limitati a far erigere un muro (alto 33 metri e in parte ancora esistente) attorno al quartiere, ottenendo l’effetto di accentuare il dislivello tra Roma e Suburra, la cui etimologia – secondo alcuni – rimanderebbe proprio alla posizione “sub urbe”, cioè più bassa rispetto a quella della città.

 

Suburra era luogo di bordelli e bettole poco raccomandabili, tollerate dal potere e dai ricchi che nel quartiere a luci rosse si recavano per soddisfare la propria lussuria.

Le visite di Valeria Messalina (25-48), moglie dell’imperatore Claudio, erano proverbiali. Raccontano i biografi Svetonio e Tacito che si travestiva da prostituta (bastava togliersi la stola delle matrone e indossare una parrucca rossa) per recarsi nel quartiere, dove si concedeva a ripetizione. Durante le sue uscite in incognito usava un nome fittizio: Lisisca, ovvero “donna-cagna”. Si racconta che si presentasse nei bordelli con i capezzoli dorati, con il trucco pesante caratteristico delle prostitute, per offrirsi a marinai e gladiatori.

Nerone (37-68), invece, vi si recava travestito da poveraccio per saggiare gli umori del popolo sul suo governo (al tempo non esistevano i sondaggi).

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