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Monumenti romani: Santa Prassede, una delle basiliche più belle e antiche di Roma

Monumenti romani: Santa Prassede, una delle basiliche più belle e antiche di Roma.

(PRIMA PUNTATA) La chiesa di Santa Prassede è una delle più belle della città. Un luogo unico, spettacolare, dai mosaici meravigliosi e con pavimenti incredibili. Un sito antico dove è percepita in modo molto forte la testimonianza di santi martiri. Si tratta di una chiesa che, nonostante abbia subito profondi rimaneggiamenti nel corso dei secoli, conserva tutta la genuinità delle origini. Difficile trovare a Roma un altro luogo dove si senta il sentimento dirompente di speranza gloriosa che dovette accompagnare i primi cristiani. Pronti a tutto pur di testimoniare e vivere una fede diversa da tutte le altre mai apparse prima sulla terra. Una fede che parlava agli ultimi, che rendeva liberi anche se schiavi.

 

La basilica di Santa Prassede è situato vicino alla basilica di Santa Maria Maggiore, nel rione Monti. L’entrata principale, di rado utilizzata, è in via San Martino ai Monti, mentre l’entrata abituale, ma secondaria, si trova sul lato destro dell’edificio, che dà su via di Santa Prassede.

 

La chiesa ha origini molto antiche. Attorno alla basilica di Santa Maria Maggiore sorsero molte chiese, tra cui, come attesta una lapide del 491, un titulus Praxedis. Questo fa riferimento alle vicende della famiglia del senatore Pudente (I secolo d.C.), che la tradizione enuclea tra le prime persone convertite a Roma dall’apostolo Paolo; con Pudente si convertirono al cristianesimo anche le figlie Pudenziana e Prassede.

Pudente possedeva una villa i cui resti sono nove metri sotto l’attuale basilica, nella quale nascondeva i cristiani perseguitati, secondo alcune fonti anche l’apostolo Pietro. Quando Pudente subì il martirio, Prassede e Pudenziana, con il consenso del Papa Pio I fecero costruire nel 142/145 c.a un battistero per battezzare i i nuovi cristiani. Anche Prassede e Pudenziana subirono il martirio durante le persecuzioni di Antonino Pio.

Alla morte di Pudenziana, Prassede utilizzò il patrimonio della sua famiglia per costruire una chiesa “sub titulo Praxedis”. Nascose molti cristiani perseguitati, quando questi, furono scoperti e martirizzati, raccolse i corpi per seppellirli nel cimitero di Priscilla sulla Via Salaria, dove anche lei trovò sepoltura insieme alla sorella e al padre. Si racconta che Prassede, raccoglieva con una spugna il sangue dei martiri per versarlo in un pozzo.

Il Liber pontificalis ci informa che papa Adriano I verso l’anno 780 rinnovò completamente ciò che restava del titulus Praxedis. La chiesa attuale invece si deve al rifacimento operato da papa Pasquale I nell’817, che costruì un nuovo edificio sacro al posto del precedente, ormai fatiscente. La nuova chiesa era destinata ad accogliere le ossa dei martiri sepolti nel cimitero di Priscilla. Fin dal IX secolo la chiesa era inserita nel tessuto edilizio a tal punto che la facciata non era visibile dalla strada, come lo è tuttora.

La pianta della Basilica prende come modello la pianta della primitiva Basilica di San Pietro, con una navata centrale, due navate laterali divise da colonne, un transetto e un’abside, all’esterno un portale con scalinata e un portico.

La facciata della basilica, non visibile dalla strada, è all’interno di un cortile quadrangolare delimitato da edifici abitativi. L’accesso allo spazio aperto, che rimarca, seppur in parte, l’antico quadriportico paleocristiano, nel quale sono state ritrovate delle colonne, alcune probabilmente appartenenti al quadriportico originale, si ha attraverso una lunga scalinata in discesa che si apre su via di San Martino ai Monti con l’antico protiro originale con volta a botte romanica sorretto da due colonne di spoglio con capitelli ionici, quello di sinistra originale romano, quello di destra rifacimento medioevale. alla base una loggetta in un sobrio stile barocco aggiunta nel XVI secolo.

Nei muri della scalinata, sono state poste le lunette dell’antico ciborio. Nella prossima puntata vedremo l’interno della basilica, i suoi magnifici mosaici e i pavimenti cosmateschi.

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