roma.vistanet.it

Lo sapevate? Perché si lanciano le monetine nella Fontana di Trevi?

Lo sapevate? Perché si lanciano le monetine nella Fontana di Trevi?

Sono diverse le tradizioni legate alla fontana più famosa del Mondo. Scopriamo insieme quella super conosciuta del lancio della monetina che nel corso dei decenni è diventata un vero e proprio business.

Perché si lanciano le monete nella Fontana di Trevi?

La leggenda vuole che se dando le spalle alla vasca vi si getta una moneta e poi girandosi la si vede prima di scomparire nell’acqua, il ritorno a Roma è assicurato. Secondo alcune fonti, il lancio della moneta fu inventato dal grande archeologo del 1800, Wolfgang Helbig che nel lasciare Roma dopo un lungo soggiorno era sofferente. Decise così di lanciare una vecchia monetina nella vasca della Fontana di Trevi come buon auspicio per tornare presto nella città eterna.

La tradizione vuole che se si getta una moneta dando la schiena alla vasca e poi ci si gira velocemente per incontrare con lo sguardo l’attimo in cui la moneta entra in acqua, sicuramente si farà ritorno a Roma.

Gettare monete nelle fontane o nei pozzi per propiziarsi la fortuna è un gesto con origini antiche ed è probabilmente da attribuire alla credenza che l’acqua fosse abitata da divinità.

In particolare, le popolazioni celtiche e germaniche erano solite sistemare statue di legno vicino ai pozzi e gli stessi Germani gettavano le armi dei nemici sconfitti in corsi o specchi d’acqua come offerta alle divinità che pensavano vi dimorassero.

Fra i più celebri dèi collegati all’acqua vi era Mimir, famoso nella mitologia nordica per la sua saggezza e custode di una fonte magica.

Fare un’offerta alle divinità era quindi un modo per garantirsi la fortuna e la realizzazione del desiderio espresso, ma aveva anche funzioni igieniche. Le monete erano infatti composte perlopiù da rame o argento, che a contatto con l’acqua producevano una reazione chimica che ne impediva l’inacidimento.

Oggi questa usanza è spesso un business, che nelle fontane più famose del mondo aumenta di molto nei periodi di maggiore affluenza turistica. Il denaro raccolto, di solito, era destinato ad opere di carità, ora ad altre opere, sempre legate ad assistenza o manutenzione di altre opere.

 

Un’altra tradizione che riguarda la Fontana di Trevi è legata all’amore.

Si racconta che fino a non molto tempo fa, le ragazze erano solite far bere l’acqua della fontanina, che si trova proprio accanto al celebre monumento, ai propri fidanzati prima che questi partissero: le giovani riempivano un bicchiere mai usato prima, gli uomini bevevano e poi il bicchiere doveva essere rotto per esser certi di non perdere l’amore. Quando dalla fontana si attingeva ancora acqua da bere (e l’acqua di Trevi, che oggi si usa solo per irrigazione e per alimentare le fontane, era considerata tra le migliori di Roma, per non essere calcarea) le ragazze ne facevano bere un bicchiere al fidanzato che partiva, bicchiere che poi frantumavano in segno di augurio e fedeltà.

In questo modo i fidanzati sarebbero stati fedeli e al loro rientro sarebbero tornati dritti nella braccia della persona amata.

Questa usanza affonda le sue radici in un aneddoto dell’Antica Roma, a quando i soldati dell’esercito di Agrippa nel 19 d. C., di ritorno in città ormai esausti, dietro indicazioni di una ragazza si dissetarono alla fonte di Salone, che si trovava a 20 km di distanza da dove sgorga l’acqua oggi. Da questa circostanza la fonte è detta anche acqua vergine, dall’accostamento dei due termini aqua e virgo, la ragazza. Successivamente Agrippa fece con un acquedotto fece arrivare l’acqua nel punto dove attualmente sorge il monumento.

 

Exit mobile version