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Lo sapevate? Che fine hanno fatto i marmi che decoravano il Colosseo?

Lo sapevate? Che fine hanno fatto i marmi che decoravano il Colosseo?

Il Colosseo è uno dei monumenti simbolo di Roma nel Mondo: gigantesco, maestoso, di grande impatto e dalla storia “importante”. Ma quello che vediamo oggi è un anfiteatro ben diverso da quello che si poteva ammirare sino al periodo imperiale, quando era ricoperto di marmi, statue e bellissime decorazioni. Scopriamo insieme che fine hanno fatto tutti questi ornamenti e quali sono i monumenti dove è possibile ammirare i vecchi marmi del Colosseo.

L’imponenza è rimasta tale, i marmi invece sono molto rari nel magnifico Anfiteatro Flavio, imponente struttura costruita in epoca Flavia su un’area al limite orientale del Foro Romano. La sua costruzione fu iniziata da Vespasiano nel 70 d.C. e inaugurato da Tito nell’80, con ulteriori modifiche apportate durante l’impero di Domiziano nel 90.

Si tratta del più grande anfiteatro del mondo, in grado di contenere un numero di spettatori stimato tra 50 000 e 87 000 unità.

In epoca imperiale era ricoperto di statue e decorazioni di marco, anche all’interno, parti che , quando la struttura venne abbandonata sono serviti a tanti usi, per costruire essenzialmente i palazzi dei papi e numerose chiese in tutta la città. Caduto in abbandono, per lungo tempo l’anfiteatro fu infatti usato come fonte di materiali da costruzione e si calcola che sia rimasto solo un terzo della costruzione originale.

(Foto Atavistic)

I Romani iniziarono a riciclarne i materiali: il travertino si poteva usare com’era o cuocere per ricavarne calce. Il saccheggio proseguì  durante il regno di Teodorico. Tutto veniva riutilizzato: le spesse lastre di marmo che rivestivano i corridoi, i blocchi di tufo, il piombo delle tubature, le grappe metalliche che tenevano assieme i blocchi, persino i mattoni.

Successivamente fu la Chiesa a utilizzare il Colosseo come cava. Papa Gregorio Magno fece trasformare le basiliche romane e gli antichi templi in chiese cristiane e lo spoglio sistematico dell’anfiteatro Flavio continuò.
 Nel  XIV secolo gli Orsini ed i Colonna ottennero il permesso di cavare pietre e marmi.

San Giovanni in Laterano.

La licenza di asportare materiali, ovviamente a pagamento, era facilmente concessa dai Papi. Si preferì comunque non intaccare la facciata nord, sfondo monumentale alle processioni religiose nel percorso verso il Laterano. Ma dietro la facciata si continuava a cavare le pietre, i marmi e le grappe di ferro di fissaggio dei blocchi. Nel 1439 queste furono utilizzate per riparare la tribuna della Basilica di San Giovanni in Laterano.

San Marco.

Nel 1452 ben 2.522 carichi di materiale furono asportati da tale Giovanni Foglia di Como. Dieci anni più tardi, i travertini furono impiegati per la costruzione della Scala Santa, delle mura della città, della Basilica di San Marco e di Palazzo Venezia. I blocchi più pregiati furono usati per la piazza ed il loggiato delle benedizioni a San Pietro. Nel secolo successivo il Colosseo contribuì alla costruzione del Palazzo della Cancelleria, di Palazzo Farnese, dei Palazzi Senatorio e dei Conservatori sul Campidoglio e nel 1634 di Palazzo Barberini. Infine,  nel 1703,  il travertino finì al porto di Ripetta, poi demolito per la realizzazione dei muraglioni del Tevere.

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