Lo sapevate? Nel parco di Villa Borghese c’è un magnifico orologio ad acqua.
Roma città di meraviglie, proprio come l’orologio ad acqua del Pincio, un meccanismo straordinario progettato nel 1867 da padre Giovanni Battista Embriaco (frate domenicano ligure) e inserito in un contesto fiabesco. A due passi dalla famosa terrazza del Pincio, immerso nel verde di Villa Borghese, si erge questo magico idrocronometro. Ecco come funziona.
Questo orologio venne presentato all’Esposizione Universale di Parigi e soltanto nel 1872 fu esposto nel parco a beneficio dei romani e delle migliaia di turisti che annualmente visitano la città di Roma. L’idrocronometro conta quattro quadranti. Il suo funzionamento è garantito dal getto d’acqua sottostante che mette in moto il pendolo, caricando così il suo movimento e, con esso, anche la suoneria mediante il riempimento alternato di due bacinelle.
I quattro quadranti richiamano idealmente il tronco di un albero e permettono così di vedere l’orario da quattro direzioni diverse.
L’idea su cui si basa questa fantastica opera di ingegneria meccanica è quella di utilizzare la forza motrice dell’acqua, della fontana sottostante, per spostare il pendolo e caricare l’orologio. Il riempimento alternato delle due bacinelle permette la messa in funzione del movimento delle lancette e anche di una suoneria.
L’ambientazione dell’orologio, avvenuta nel 1873, fu curata da Gioacchino Ersoch, che lo inserì in una piccola torre di ghisa situata in un isolotto al centro di un laghetto con decorazioni lignee in stile rurale che rievoca la foresta. Si tratta dell’unico modello di idrocronometro collocato all’interno di un giardino pubblico in Italia. L’ambientazione e l’Orologio, trasportano il visitatore in una dimensione magica, senza tempo. Oltre a essere un oggetto singolare colpisce anche per le pregevoli qualità artistiche e decorative, che hanno sempre suscitato l’interesse e la curiosità di turisti e visitatori.
Per anni cadde in disuso e fu vittima dell’azione del tempo e degli agenti atmosferici ma anche di alcuni atti vandalici. Dopo l’ennesimo gesto vile in cui, era stato fatto in frantumi il vetro della torretta che nasconde l’orologio, il capolavoro di ingegneria è stato restaurato ed è tornato a segnare il tempo ma dall’ottobre del 2020 è di nuovo fermo.
L’orologio ad acqua donato al comune di Roma, dal 2007 grazie a una convenzione è stato adottato dalla Scuola Elis – Sezione orologeria, che ne cura gratuitamente la manutenzione sia ordinaria che straordinaria.