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Monumenti romani: le forme fantastiche degli edifici nell’incredibile quartiere Coppedè

Monumenti romani: le forme fantastiche degli edifici nell’incredibile quartiere Coppedè.

Seconda puntata dedicata all’incantevole quartiere romano Coppedè. Nella prima abbiamo visto come nacquero questi edifici e quale fu la storia dell’architetto Luigi Coppedè che nel 1915 per volontà della Società Anonima Edilizia Moderna realizzò un complesso abitativo (e una serie di ambasciate, tuttora presenti) per la borghesia romana. Oggi e nelle prossime puntate andremo a vedere come è strutturata e quali sono i palazzi di questa parte di città molto particolare tra la Salaria e la Nomentana.

Alla morte di Coppedè il quartiere fu completato da Paolo Emilio André. Il piano dell’opera comprendeva inizialmente la costruzione di 18 palazzi e 27 edifici tra palazzine e villini. Il 23 agosto 1917 la commissione edilizia fece una richiesta a Coppedè di dare al quartiere un’impronta romana. Così Coppedè utilizzò il tema della Roma antica come le cornici e le modanature alla Roma imperiale ed un arcone richiamante gli archi di trionfo del Foro Romano.

L’ingresso principale del Quartiere, dal lato di via Tagliamento, è rappresentato da un grande arco che congiunge due palazzi. Poco prima dell’arco si trova un’edicola con una statua di Madonna con Bambino. Sotto l’arco, oltre a due balconi, si trova un grande lampadario in ferro battuto. L’arco è decorato con numerosi elementi architettonici, che hanno la caratteristica di essere disposti in modo asimmetrico.

Superato l’arco si giunge a piazza Mincio, centro del quartiere. In mezzo alla piazza sorge la Fontana delle Rane, costruita nel 1924. La fontana è costituita da una vasca centrale, di pochi centimetri più alta del livello stradale, con quattro coppie di figure, ognuna delle quali sostiene una conchiglia sulla quale si trova una rana dalla quale zampilla acqua all’interno della vasca. Dal centro della fontana si innalza una seconda vasca, di circa due metri di altezza, il cui bordo è sormontato da altre otto rane.

L’arco che sormonta l’ingresso del palazzo situato al numero civico 2 della piazza è una fedele riproduzione di una scenografia del film del 1914 Cabiria.

Per la sua particolare architettura il Quartiere Coppedè fu scelto dal regista Dario Argento come sfondo per alcune scene dei suoi film Inferno e L’uccello dalle piume di cristallo e nel 1976 dal regista Richard Donner per le sequenze iniziali del film Il presagio. Tra i film girati nel quartiere si ricorda anche il film noir del 1974 Il profumo della signora in nero del regista Francesco Barilli e Il Cielo In Una Stanza di Carlo Vanzina.

In una delle villette del quartiere aveva la sua casa romana il tenore Beniamino Gigli.

In via Tanaro si trova l’ambasciata del Sudafrica, in via Brenta si trovano quelle del Marocco e della Bolivia.

Gli interni di soggiorno erano divisi dalle zone di ambito privato quasi a formare dei «Quartieri di ricevimento» e dei «Sacrari di vita privata». Nei Villini delle Fate viene esaltata Firenze con una scritta «Fiorenza bella» e con delle decorazioni fiorentine raffiguranti Dante e Petrarca. Invece il lato di via Brenta è dedicato a Venezia con un leone di San Marco. Il Palazzo del Ragno inneggia al lavoro tramite la decorazione raffigurante un cavaliere con la scritta «Labor».

Nella prossima puntata andremo a vedere e ad analizzare meglio le singole strutture dal punto di vista architettonico. (CONTINUA)

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