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Monumenti romani: il Ponte Rotto, uno dei più antichi e suggestivi della città

Monumenti romani: il Ponte Rotto, uno dei più antichi e suggestivi della città.

Il cosiddetto Ponte Rotto è ciò che resta dell’antico Ponte Emilio, situato davanti all’Isola Tiberina. È uno dei ponti più antichi di Roma, risale infatti al III secolo a.C. Dopo numerosi rifacimenti e restauri, fu abbandonato in seguito alla grande alluvione del 1598, che demolì tre arcate.

Fu sicuramente il primo ponte in muratura di Roma.

Viene attribuito ai censori Marco Emilio Lepido e Marco Fulvio Nobiliore, nel 179 a.C., che ne avrebbero realizzato i piloni, ma, sulla base di passi di Plutarco e di Tito Livio e di una raffigurazione monetale, dovrebbe essere invece attribuito a Manlio Emilio Lepido, intorno al 241 a.C. Nel 179 a.C. fu ricostruito in occasione del rifacimento del vicino porto fluviale.

Nel 142 a.C. i censori Publio Cornelio Scipione Emiliano e Lucio Mummio sostituirono all’originaria passerella lignea delle arcate in muratura. Il ponte fu restaurato sotto Augusto nel 12 a.C.

Nella guida di Roma del 1763 di Giuseppe Vasi (“Itinerario istruttivo per ritrovare le antiche e moderne magnificenze di Roma”) è citato come “ponte di Santa Maria, detto Rotto”.

Subì danni dalle piene del fiume a varie riprese (1230, 1422) e sotto papa Giulio III nel 1552 le arcate vennero completamente ricostruite a opera di Nanni di Baccio Bigio. Un’ulteriore alluvione lo distrusse nuovamente nel 1557. La leggendaria sventura del Ponte è legata alla sua posizione: il Ponte Rotto è situato infatti in un punto dove l’acqua è più turbolenta.

Un’ennesima ricostruzione ebbe inizio nel 1573 sotto papa Gregorio XIII, a opera dell’architetto Matteo di Castello e fu ultimata nel 1575, come si può capire dalla lapide murata sull’arcata superstite. Alla vigilia di Natale del 1598, un’altra gigantesca piena del fiume si portò via tre delle sei arcate del ponte che non fu più ricostruito, assumendo la denominazione di Ponte Rotto.

Tra il 1853 e il 1887 delle passerelle metalliche sorrette da funi collegarono il troncone di ponte alla riva sinistra del fiume (su progetto dell’ingegnere Pietro Lanciani). Successivamente la passerella venne eliminata e le due arcate più vicine alla riva vennero distrutte in occasione della costruzione dei moderni argini del fiume. Attualmente resta una sola delle tre arcate cinquecentesche superstiti, che poggia sugli originali piloni del II secolo a.C. Nonostante la “menomazione” il ponte resta uno dei più suggestivi della città eterna, proprio davanti all’isola Tiberina, nel cuore di Roma.

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