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Lo sapevate? Quella del Pantheon è la cupola emisferica più larga mai costruita in calcestruzzo non armato

Lo sapevate? Quella del Pantheon è la cupola emisferica più larga mai costruita in calcestruzzo non armato.

Nonostante sia così antica, con i suoi 44,30 m di diametro interno, la cupola del Pantheon è tuttora la cupola emisferica più larga mai costruita in calcestruzzo non armato.
Per quanto riguarda il diametro, oggi, se non si considera la copertura del CNIT (Centre des nouvelles industries et technologies) di Parigi come una cupola (in realtà è una volta a crociera), la cupola del Pantheon di Roma è tuttora la più grande al mondo, superando sia la cupola di San Pietro (diametro 42,52 m) sia la cupola del Brunelleschi a Firenze (diagonale minore 41,47 m e sia la cupola di Santa Sofia a Costantinopoli (diametro maggiore 31,24).

Il Pantheon, situato nel rione Pigna nel centro storico, è un edificio della Roma antica costruito come tempio dedicato a tutte le divinità passate, presenti e future. Fu fondato nel 27 a.C. dall’arpinate Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto. Fu fatto ricostruire dall’imperatore Adriano tra il 120 e il 124 d.C., dopo che gli incendi dell’80 e del 110 d.C. avevano danneggiato la costruzione precedente di età augustea.

L’uso massiccio di calcestruzzo (opus caementicium) gettato tra paramenti di mattoni (opus latericium), fa sì che l’edificio costituisca un blocco coerente la cui rigidità assicura una buona resistenza alle forze di deformazione. A seconda della quota dell’edificio, il calcestruzzo utilizzato comprende un inerte granulare differente, idoneo alle esigenze di resistenza o di leggerezza.

All’interno la cupola è decorata da cinque ordini di ventotto cassettoni, ventotto era un numero che gli antichi consideravano perfetto, dal momento che si ottiene dalla somma 1+2+3+4+5+6+7 e che il sette è un numero che indica perfezione, essendo sette i pianeti visibili ad occhio nudo. L’oculo, che dà luce alla cupola, è circondato da una cornice di tegoloni fasciati in bronzo fissati alla cupola. Una tradizione romana vuole che nel Pantheon non penetri la pioggia per il cosiddetto “effetto camino”: in realtà è una leggenda legata al passato, quando la miriade di candele che venivano accese nella chiesa produceva una corrente d’aria calda che saliva verso l’alto e che incontrandosi con la pioggia la nebulizzava, annullando pertanto la percezione dell’entrata dell’acqua.


La realizzazione fu resa possibile grazie a una serie di espedienti che contribuiscono all’alleggerimento della struttura: dall’utilizzo dei cassettoni all’uso di materiali via via sempre più leggeri verso l’alto. La cupola fu realizzata in unico getto sopra una enorme centina in legno.
All’esterno, la cupola è nascosta inferiormente da una sopraelevazione del muro della rotonda, ed è quindi articolata in sette anelli sovrapposti, l’inferiore dei quali conserva tuttora il rivestimento in lastre di marmo. La parte restante era coperta da tegole in bronzo dorato, asportate dall’imperatore bizantino Costante II nel 655, ad eccezione di quelle che circondavano l’oculo, tuttora presenti. Nell’VIII secolo Papa Gregorio III ripristinò la copertura con lastre di piombo.

 

 

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