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Monumenti romani: alla scoperta della catacomba di San Pancrazio (CONTINUA)

Ieri abbiamo presentato le catacombe romane, descrivendo questi luoghi e gli ambienti, parlando degli aspetti storici, oggi invece andremo a vedere una delle catacombe più famose di Roma.

Ricordiamo che a Roma e dintorni esistono più di 40 catacombe.
Le catacombe romane furono costruite lungo le vie consolari, come la via Appia, la via Ostiense, la via Labicana, la via Tiburtina, e la via Nomentana. Nel sottosuolo della città esistono catacombe che si snodano per circa 150 km e su più livelli: un dedalo sotterraneo, veri e propri labirinti scavati nelle viscere della città
La cura delle catacombe cristiane è affidata alla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, che dirige scavi e restauri. A Roma esistono anche catacombe ebraiche come quelle di Vigna Randanini e Villa Torlonia. Oggi parleremo della catacomba di San Pancrazio (detta anche di Ottavilla), che si trova in Piazza San Pancrazio, proprio dove si trova la Basilica omonima nel moderno quartiere Gianicolense, lì costruita proprio per il culto del martire.

La catacomba è conosciuta soprattutto col nome del principale martire qui sepolto, San Pancrazio, originario della Frigia, giunto a Roma con lo zio Dionisio dopo la morte dei genitori e decapitato nel 304 per essersi rifiutato di sacrificare agli dei; il suo corpo, abbandonato sulla via Aurelia, fu raccolto da una matrona cristiana, Ottavilla, che lo fece seppellire nel cimitero più vicino.

Come nacque il culto di San Pancrazio? Pancrazio nacque verso la fine dell’anno 289 a Sinnada, cittadina della Frigia, provincia consolare dell’Asia Minore. I suoi ricchi genitori erano di origine romana e morirono in giovane età. Pancrazio, che fu affidato allo zio Dionisio, si recò quindi a Roma, si avvicinò alla religione cristiana, per poi diventare un martire.

Il culto di San Pancrazio si diffuse molto nel medioevo, a tal punto che la catacomba che porta il suo nome era una delle poche di Roma che fu sempre visitabile dai pellegrini.
San Pancrazio è infatti una delle poche catacombe di Roma di cui non si perse completamente traccia nel corso dei secoli

Scavi condotti agli inizi degli anni trenta del XX secolo sotto il pavimento della basilica di San Pancrazio hanno permesso di scoprire mausolei e tombe terragne, sia all’interno della basilica sia nel piazzale antistante.
La catacomba è giunta a noi in non perfette condizioni: le gallerie sono per lo più devastate e la visita è ridotta al minimo. L’ipogeo è costituito da tre zone.
La prima è posta al di sotto del transetto sinistro della basilica e dietro l’abside.
Nella navata di destra una botola conduce alla seconda zona cimiteriale, con diversi cubicoli, uno dei quali decorato di rosso.
Infine, la terza zona si estende sotto il convento.
(CONTINUA)

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