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Monumenti romani: viaggio alla scoperta degli obelischi della città (ULTIMA PUNTATA)

Monumenti romani: viaggio alla scoperta degli antichi obelischi della città (ULTIMA PUNTATA).

Oggi è l’ultima puntata che dedichiamo agli obelischi di Roma. Queste particolari strutture furono portate dall’Egitto, altre vennero create ex novo, e altre ancora furono riposizionare dai papi per mostrare la grandezza della chiesa e del papato. Oggi andremo alla scoperta di altri famosi obelischi romani, antichi e moderni (TERZA PUNTATA).

Molte di queste strutture, come detto in gran parte di origine egizia, furono trasportati nella capitale a partire dall’epoca di Augusto (in quel periodo l’Egitto cadde sotto la dominazione dell’Impero Romano) e, successivamente, vennero fatti risistemare da alcuni papi. Fu soprattutto Sisto V ad attuare il riposizionamento di obelischi antichi come segnale di potenza della Chiesa e del suo papato. Al suo architetto Domenico Fontana fu affidato anche la risistemazione di tutti gli obelischi.

Nelle prime due puntate siamo andati alla scoperta degli obelischi antichi più grandi e famosi di Roma, oggi andremo a vedere quelli meno noti (ma non meno importanti e curiosi) e anche quelli moderni.

L’Obelisco della Minerva (piazza della Minerva) arrivò a Roma con l’obelisco del Pantheon e quello di Dogali, fu rinvenuto nel 1665 presso il convento annesso a Santa Maria sopra Minerva e rialzato davanti alla chiesa nel 1667 per volere di papa Alessandro VII, secondo un progetto ideato da Gian Lorenzo Bernini, con un elefantino nel basamento.

L’Obelisco del Pantheon (piazza della Rotonda) fu realizzato all’epoca di Ramsete II e portato a Roma da Domiziano, che lo collocò come decorazione nel tempio dedicato alla divinità egiziana Iside, insieme con l’obelisco della Minerva e quello di Dogali. Fu poi ritrovato durante il Medioevo, nel 1373, e venne collocato davanti al Pantheon nel 1711 per volere di papa Clemente XI, sulla fontana di Giacomo Della Porta.

Nella Villa Celimontana della famiglia Mattei sul Celio si trovava un obelisco frammentario (originale è solo la metà superiore), risalente all’epoca del faraone Ramsete II. Fu rialzato nei giardini nel 1820.

L’Obelisco del Pincio (Viale dell’Obelisco) fu realizzato il periodo di Adriano in onore di Antinoo e collocato inizialmente in Egitto; Eliogabalo lo fece spostare per ornare la spina del Circo Variano nella sua residenza fuori Roma. Fu rinvenuto nel XVI secolo vicino alle mura aureliane e per questo è chiamato “obelisco Aureliano”). Nel 1822 fu innalzato nei giardini del Pincio per volere di papa Pio VII.

L’Obelisco di Dogali (via delle Terme di Diocleziano) arrivò a Roma con l’Obelisco del Pantheon e quello della Minerva. Proveniva da Eliopoli. Fu rinvenuto nel 1883 e venne rialzato nel 1887 dall’architetto Francesco Azzurri davanti alla Stazione Termini per commemorare i caduti della battaglia di Dogali in Eritrea. Nel 1925 fu spostato nei giardini presso via delle terme di Diocleziano.

Sull’onda del successo degli obelischi antichi, gli architetti si ingegnarono e si ingegnano ancora per innalzare anche delle strutture simili, ma moderne. Ecco dove si trovano in città alcuni dei più importanti.

Sono da menzionare anche l’Obelisco di Villa Medici, gli obelischi di Villa Torlonia, l’Obelisco del Foro Italico, dedicato a Mussolini, l’Obelisco dedicato a Guglielmo Marconi, e l’Obelisco Novecento, opera di Arnaldo Pomodoro.

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