la squadra

Formula play off con gara di  semifinale andata e ritorno la prima del girone A contro la prima del girone B e viceversa, e finale per il primo e secondo posto tra le vincenti da disputarsi in gara secca l’11 maggio a Nuoro e tra le perdenti per il terzo e quarto posto.

Spiega l’allenatore Asoni: “La gara disputata al palazzetto dell’I.T.C. purtroppo per noi è stata condizionata dalla troppa pressione e paura delle nostre ragazze di portare a casa un risultato così importante. Infatti dopo aver vinto la prima gara di andata contro la A.S.D. Bolotanese con il risultato di 1-3 in casa delle nostre avversarie con una partita sempre combattuta ma vincente  non siamo riusciti a esprimere il nostro solito gioco, caratterizzato dai “primi tempi” dei nostri centrali, ma siamo spesso andati in affanno con una ricezione molto discontinua  e un attacco e una battuta a tratti troppo fallosa. Detto questo credo si sia pagato tanto l’inesperienza ad affrontare una gara così importate con delle ragazze giovani che comunque per tutto l’arco del campionato hanno espresso un buon gioco con una crescita tecnica  notevole di tutte le componenti la rosa”.

La rosa sarà così composta: Mulas Maria Rosa (palleggiatrice), Ibba Barbara  (palleggiatrice), Loi Elena  (palleggiatrice), Marongiu Giorgia ( opposta), Falconetti Ludovica ( opposta), Fasone Sara (centrale), Piras Arianna (centrale), Marongiu Morena (centrale), Murru Susanna (schiacciatrice), Botarelli Roberta (schiacciatrice), Vacca Federica (schiacciatrice)e Fanni Simona  (libero) .

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L’arte e l’abilità dei coltellinai sardi è un fatto noto in tutto il mondo. Da millenni il popolo sardo produce lame di qualità eccellente accompagnate da decorazioni artistiche di incredibile bellezza e valore artigiano.

Ne esistono vari tipi. Le più celebri sono la Pattadese (Pattada), l’Arburesa (Arbus), la Guspinesa (Guspini). Altri centri di eccellenza sono Tempio Pausania, Dorgali, Alghero, Santu Lussurgiu e Assemini. Ci sono poi due macrocategorie: la leppa e la resolza. Quest’ultima di differenzia per essere a serramanico, mentre la leppa ha il manico fisso, almeno nella tradizione.

I vari tipi di coltello sardo – Foto di Vittorio Vittori (Creative Commons, Flickr)

Abitudine diffusa e assai gradita in Sardegna, soprattutto tra gli uomini, è di ricevere in regalo uno di questi magnifici coltelli che gli artigiani realizzano i manico d’osso e lama in acciaio. Non è un regalo come gli altri, ha un significato molto profondo. Oltre a essere un gesto di grande amicizia, rispetto e riconoscimento del valore altrui (soprattutto se il coltello è di grande pregio), è un auspicio di un felice futuro: serve a tagliare tutti i “rami secchi” del passato e concentrarsi sul futuro.

Prima di farvene regalare uno da un vostro amico o da un parente, però, è bene sapere una piccola cosa. Tecnicamente il coltello non si regala. Chi lo riceve è obbligato, secondo la tradizione, a regalare una moneta (di pochissimo valore) alla persona da cui lo riceve. In questo modo il coltello non servirà mai a separare l’amicizia.

Coltelli “Arburesi” e “Guspinesi”