Superati i cagliaritani (2-0) nell’andata del secondo turno di Coppa Italia.

Con un secco due a zero, il Lanusei di Francesco Loi ipoteca il passaggio al prossimo turno di Coppa Italia. Davanti al proprio pubblico, i lanuseini hanno dato una prova convincente, bissando il rotondo successo di domenica contro il Carbonia (5-1).

Pronti via, e i locali passano al 14′ : tiro insidioso di Viani, deviazione di Mattana, e palla alle spalle del portiere ospite Marci. Il Lanusei è in palla e sfiora più volte il raddoppio, ma il portiere ospite salva la propria porta in più di una occasione. E dove non arrivano le mani di Marci, ci pensa la traversa, come in occasione di una conclusione dalla distanza di Placentino (37′). Al 40′ fuori per infortunio Lotto, sostituito da Canzilla.

Nel secondo tempo la musica non cambia, con un Viani scatenato che sfiora il goal in parecchie occasioni. Ma per imprecisione o per la bravura del portiere ospite, i locali non dilagano. Il capitano lanuseino Deplano giganteggia a centrocampo, mentre è imprendibile Placentino, che a dieci minuti dal termine raddoppia e chiude il match. I locali hanno l’occasione per arrotondare il risultato, ma il sig. Urtis annulla per fuorigioco la terza rete siglata dal gaucho Viani.

“La squadra lavora bene e questo è merito del mister – dichiara il dirigente Marcello Ligas – e bisogna continuare su questa strada. Il Su Planu si è dimostrata formazione di tutto rispetto, esperta e meritevole, sicuramente dirà la sua nel campionato di Promozione. Al ritorno dovremo rimanere concentrati e attenti a non sentirci già con il passaggio del turno in tasca”.

Si tratta di uno strumento musicale tradizionale sardo, molto antico composto da un cilindro di sugherone, poi sostituito anche da grossi barattoli in latta. Sopra la sommità del cilindro viene fissata una membrana di pelle ben tesa fermata con dello spago.

Al centro della membrana dall’interno del cilindro viene fissata una sottile cordicella coperta di pece fermata con due dischetti di cuoio. Tenendo saldamente la cordicella tra le dita e facendola scorrere attraverso la membrana, quest’ultima vibra producendo un suono cupo e basso.

In realtà se per l’uomo non sembra particolarmente fastidioso, lo è moltissimo per i cavalli, che sentendolo all’improvviso si spaventano, si impennano e disarcionano chi li cavalca, oppure si danno alla fuga allontanandosi velocissimi.

Proprio per questa ragione “Su trimpanu” veniva usato dai malviventi e i latitanti braccati dai Carabinieri, per spaventare i cavalli dei militari e riuscire a scappare. Dunque per un lungo periodo l’uso di questo strumento musicale fu vietato dalla legge.

Oggi questo antico strumento viene utilizzato soprattutto nelle sfilate tradizionali e in occasione delle manifestazioni legate al carnevale. Un trimpanu originale, sequestrato tanti anni fa, all’epoca del banditismo sardo, si può ammirare nel piccolo museo allestito nella Legione dei Carabinieri di via Sonnino a Cagliari.