428 i centenari di tutta l’Isola che in lunghi anni hanno fotografato: i coniugi Vargiu, Pierino e Angela Mereu, da ben undici anni girano la Sardegna per documentare la longevità. Per immortalare ogni ruga, ogni sorriso e ogni espressione dei nostri anziani, quelli che hanno spento le cento candeline – certo – ma anche quelli che ci si avvicinano.

E qualche giorno fa, il 31 marzo, hanno portato il loro immenso lavoro – e il loro amore per la Sardegna e per le sue perle, proprio i centenari – in Germania in occasione della manifestazione “Chent’annos! Longevity in Sardinia”, organizzata dal Circolo Sardo Maria Carta a Francoforte.

Di mattina un laboratorio culinario con alcune donne di Seui che hanno mostrato la preparazione dei culurgiones, mentre di sera una conferenza dove Vargiu e Mereu hanno potuto raccontare la loro storia.

«Erano tutti molto entusiasti e interessati» racconta Mereu. «Chiedevano il segreto della longevità, alcuni aneddoti, alcuni particolari del nostro lavoro. Ci siamo sentiti accolti.»

Poi, la cena, rigorosamente a base di prodotti dell’Isola. Insomma, una giornata dedicata a quelle che sono le nostre tradizioni e le nostre gemme con, a fare da portavoce, i coniugi che da anni girano l’Isola per raccontarla nella sua essenza più profonda.

«Abbiamo iniziato con i centenari nel 2015,» racconta Vargiu «e non ci siamo mai fermati. È stata un’esperienza che ci ha cambiato la vita. Ricordo una Pasqua in particolare,» continua, con tono divertito «si dovrebbe trascorrere in famiglia, no? E invece noi venimmo chiamati per il compleanno di una centenaria. E di sera eravamo al suo fianco, per festeggiarla.»

Una passione, quella dei coniugi, che è implacabile, che arde e che illumina. Ed è proprio per questo che vengono chiamati da ogni angolo della Sardegna… e adesso anche da diversi lembi di mondo intero. Le loro mostra è infatti stata ospitata, oltre che in oltre 80 paesi della Sardegna, anche a Montreal, Ginevra e Genova. Perché portare in tasca la nostra terra per mostrarla ovunque è un dono che possono avere solo le persone che mettono l’anima in quello che fanno, proprio come i coniugi Pierino Vargiu e Angela Mereu.

Si tratta di uno strumento musicale tradizionale sardo, molto antico composto da un cilindro di sugherone, poi sostituito anche da grossi barattoli in latta. Sopra la sommità del cilindro viene fissata una membrana di pelle ben tesa fermata con dello spago.

Al centro della membrana dall’interno del cilindro viene fissata una sottile cordicella coperta di pece fermata con due dischetti di cuoio. Tenendo saldamente la cordicella tra le dita e facendola scorrere attraverso la membrana, quest’ultima vibra producendo un suono cupo e basso.

In realtà se per l’uomo non sembra particolarmente fastidioso, lo è moltissimo per i cavalli, che sentendolo all’improvviso si spaventano, si impennano e disarcionano chi li cavalca, oppure si danno alla fuga allontanandosi velocissimi.

Proprio per questa ragione “Su trimpanu” veniva usato dai malviventi e i latitanti braccati dai Carabinieri, per spaventare i cavalli dei militari e riuscire a scappare. Dunque per un lungo periodo l’uso di questo strumento musicale fu vietato dalla legge.

Oggi questo antico strumento viene utilizzato soprattutto nelle sfilate tradizionali e in occasione delle manifestazioni legate al carnevale. Un trimpanu originale, sequestrato tanti anni fa, all’epoca del banditismo sardo, si può ammirare nel piccolo museo allestito nella Legione dei Carabinieri di via Sonnino a Cagliari.