Il semaforo di Punta Falcone: un gioiello abbandonato con vista sulla Corsica
La storia del punto più settentrionale dell’isola, dalla regolamentazione del traffico navale alla dismissione della rete costiera nazionale, oggi totalmente abbandonato
La creazione del semaforo è stata una risposta alla tragedia del naufragio della fregata francese Sémillante nel 1855. Dopo quasi un secolo di attività, il semaforo è stato dismesso con l’introduzione di nuove tecnologie di comunicazione radionavale. Oggi la struttura è ridotta a uno scheletro.
Situato sulla collina di Punta Falcone, offriva una visuale spettacolare sullo stretto e sulla Corsica, come raccontano bene gli amici di www.sardegnaabbandonata.it
Il semaforo di Punta Falcone, costruito per dirigere il traffico navale sulle Bocche di Bonifacio, ha continuato a funzionare fino all’introduzione delle nuove tecnologie di comunicazione radionavale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’area circostante si affollò con l’installazione di batterie antiaeree e antinave.
Dopo quasi un secolo di servizio, il semaforo fu pensionato con la dismissione della rete costiera nazionale. Oggi, la struttura è ridotta a uno scheletro fatiscente, spogliata di mobilio e tracce umane, ma offre ancora una vista panoramica sulle Bocche di Bonifacio e sulla Corsica. La sala centrale e la vecchia asta semaforica sono murate, ma la terrazza sovrastante offre una vista mozzafiato sulla zona circostante.
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Orgoglioso ed elegante: Ali, il ragazzo che, dalla Guinea, ha trovato l'”America” in Sardegna
Ali, arrivato a Tonara dalla Guinea, anche quest'anno ha sfilato in costume per accompagnare Sant'Efisio.
Sant’Efisio 2024. Non poteva mancare neanche quest’anno il bellissimo Ali che, vestito nell’abito del paese in cui abita da quasi 10 anni, Tonara, ha accompagnato la processione del Santo.
La sua è una di quelle storie di emigrazione in cui molti sardi si possono riconoscere: Ali ha abbandonato il suo paese natale, la Guinea per giungere nella nostra Isola dove, fortunatamente, è riuscito a trovare una terra ospitale e sicura e un lavoro.
E oggi, anzi, ormai da anni, sfila orgoglioso per Sant’Efisio, vestito del costume tipico del paese che gli ha aperto le braccia con affetto, ricambiato con altrettanto sentimento, Tonara.
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