“Tu stai al mondo solo perché c’è posto”, quando anche l’insulto è un’arte: la celebre citazione di Satta
Nella vita è stato un grande giurista ma anche una rivelazione letteraria. Il romanzo che l’ha reso famoso è stato pubblicato postumo nel 1977 ed è stato tradotto in diciannove lingue.
La celebre citazione che Salvatore Satta mette in bocca a don Sebastiano nei confronti della moglie donna Vincenza è un capolavoro che appartiene al romanzo del giurista sardo “Il giorno del giudizio”. Il suo autore, Salvatore Satta (1902-1975) era un giurista di fama che ha dedicato gli ultimi anni della sua vita a questo romanzo, ma che non lo ha visto pubblicare dal momento che è uscito postumo nel 1977.
Siamo a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi due decenni del Novecento a Nuoro, che al tempo era un piccolo centro di 5000 abitanti tagliato fuori dal mondo. Una sorta di isola in un’isola. L’autore, ormai anziano, torna dove è nato e cresciuto e va al cimitero. Lì trova le tombe di tanti suoi concittadini morti da decenni e comincia a raccontarne le vite ormai dimenticate. Il giorno del giudizio è un romanzo di morti, è una visione della vita stessa, senza tempo, come si presenterebbe a una entità esterna e onnisciente.
Satta descrive il mondo della Sardegna di inizio Novecento come una condizione permanente dell’esistenza, dominata dalla scarsità di risorse – prima di tutto umane, dominata dal dolore e dal fallimento. Ma soprattutto è dominata dall’eternità del nulla.
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