L’importanza di fare rete contro gli stereotipi di genere: il caso di Voltalacarta
Loredana Rosa, presidente dell'associazione ogliastrina Voltalacarta, racconta l'esperienza del convegno “Trame di donna” tenutosi a Samugheo.
Loredana Rosa, presidente dell’associazione ogliastrina Voltalacarta, racconta l’esperienza del convegno “Trame di donna” tenutosi a Samugheo.
Gli stereotipi di genere sono l’humus per le disparità tra donne e uomini che nei casi più estremi sfocia in violenze e femminicidi. Per combatterli occorre un lavoro quotidiano che, attraverso la creazione di reti di relazioni, renda sempre più pubblico, ossia politico, un problema che troppo a lungo è rimasto un fatto privato.
C’è questa convinzione alla base dell’incontro che l’assessora alla Cultura del Comune di Samugheo, Elisabetta Sanna, ha organizzato venerdì 16 dicembre nei locali del MURATS – Museo regionale dell’Arte tessile sarda, con il coordinamento di Loredana Rosa, presidente dell’associazione ogliastrina Voltalacarta, il coinvolgimento delle assistenti sociali Maria Giovanna Melis e Maria Chitti e la partecipazione di due eccellenze dell’imprenditoria samughese: l’enologa Emanuela Flore – responsabile della cantina di Neoneli oltre che Amministratrice delegata e Brand Ambassador dell’azienda vinicola di Gian Marco e Letizia Moratti – e Giuseppe Demelas, amministratore di MU, l’azienda di famiglia creata dalla madre Mariantonia Urru, leader nella tessitura d’avanguardia in Sardegna, nota e apprezzata a livello internazionale.
L’incontro, intitolato “Trame di donna – Storie di emancipazione”, è stato l’occasione per raccontare esperienze personali e di lavoro, con un occhio di riguardo all’importanza dell’empowerment nel raggiungimento di ruoli apicali da parte delle donne, senza trascurare le testimonianze relative agli ancora troppi casi di sessismo e discriminazione più o meno esplicita.
Per Loredana Rosa, attivista che con Voltalacarta si occupa costantemente di lotta agli stereotipi, alla violenza e alla disparità di genere, un incontro ricco di spunti di interesse e foriero di nuove sinergie, fondamentali per la crescita politica e sociale di ogni comunità. “La lotta a pregiudizi e stereotipi è un impegno che tutte e tutti dobbiamo assumerci in prima persona, a partire dall’educazione sin dalla prima infanzia, per costruire una cittadinanza più equa, attiva e quindi una società più democratica. Questo impegno riguarda tutte e tutti, perché gli stereotipi di
genere sono come l’acqua per i pesci: sono ovunque anche se non si vedono”.
La presidente di Voltalacarta sottolinea come la stereotipizzazione dei generi e dei loro ruoli sociali e familiari abbia radici antiche, che risalgono nella cultura occidentale alla mitologia greca e romana. “Per sradicarle”, continua, “è necessario e urgente che si attivino tutte le componenti sociali, a cominciare dalla scuola, e che si faccia un lavoro costante e capillare nell’ambito della formazione alla cultura del rispetto delle pari opportunità”.
Un percorso che trova importanti momenti di riflessione in eventi come quello di Samugheo. “Per me è stato un piacere e un onore coordinare al Museo Regionale di Arte Tessile Sarda la tavola rotonda sugli stereotipi di genere, avendo come ospiti due eccellenze dell’imprenditoria isolana, che hanno varcato i confini nazionali grazie alla loro strepitosa capacità di innovare la tradizione sarda, facendo ciò che davvero raramente riesce: spogliare dal folclore le nostre radici, svelandone la più potente autenticità in contesti moderni”, continua Loredana Rosa.
“Giuseppe Demelas ci ha raccontato di come l’azienda MU, eredità della madre tessitrice Mariantonia Urru, basi il suo successo internazionale sulla capacità di continuo confronto e dialogo con le più svariate culture di tutto il mondo, facendo dialogare in modo creativo tradizione e contemporaneità”.
In un settore considerato appannaggio esclusivo delle donne, come la tessitura, Samugheo costituisce una felice eccezione vista la presenza di molti uomini che si dedicano a quest’arte, come ricordato dall’assessora alla cultura Elisabetta Sanna.
Emanuela Flore, unica enologa in Sardegna e tra le pochissime in Italia, ha rappresentato l’altra faccia della medaglia, eccezione e eccellenza in un mondo tradizionalmente al maschile.
“Emanuela, ancora molto giovane ma con un cursus honorum e una carriera da veterana, ci ha affascinatə col racconto della sua esperienza di autodeterminazione di donna che, da un piccolo paese dell’oristanese, è diventata amministratrice delegata e Brand Ambassador della ditta Moratti, nonché una delle pochissime donne a livello nazionale a capo di una cantina sociale, essendo l’enologia un settore ancora universalmente connotato al maschile”.
Debora Chitti e Maria Giovanna Melis, assistenti sociali del Comune di Samugheo, hanno raccontato la loro esperienza locale a livello di persistenza di stereotipi di genere in ambito soprattutto familiare e del ruolo dell’educazione per combatterli.
Dai numerosi interventi del pubblico sono emersi punti di vista vari e interessanti. “Tuttə siamo statə d’accordo sull’urgenza di operare a partire dalle nostre più piccole e periferiche comunità nella lotta agli stereotipi di genere per costruire società più politicamente attive, aperte e felici”, conclude Loredana Rosa, “agendo sinergicamente, donne e uomini, e tutti gli attori della società, perché soltanto insieme si fa la differenza.
Ringrazio tutta l’amministrazione comunale di Samugheo e in particolare l’assessora Sanna per la realizzazione di iniziative come questa su temi tanto importanti. È davvero un esempio di buone pratiche da seguire”.
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