«Importante valorizzare i talenti ogliastrini»: la parola a Gilberto Ligas, direttore artistico del Festival della Laguna
Obiettivo? Portare qualcosa di nuovo. E tutto questo ha pagato. «La gente ha risposto bene. Abbiamo lavorato a comparti stagni, io mi sono dedicato esclusivamente a gestire il discorso musicale.»
Il successo del Festival della Laguna, interamente ospitato dalla Cooperativa Pescatori di Tortolì all’interno della sua struttura, è stato enorme: in centinaia si sono recati a quella che era una manifestazione culturale ed enogastronomica, con focus sui talenti del nostro territorio.
Degustazioni, stand artigianali, possibilità di fare esperienze dirette legate al mondo del mare ma anche… musica dal vivo.
A parlare di questo e altri temi sempre legati alla musica – ogliastrina e non solo – è il direttore artistico del Festival della Laguna, Gilberto Ligas.
«La risposta, nonostante fosse la prima edizione, è stata buona» spiega. «La gente attendeva da tempo manifestazioni di questo tipo. Abbiamo proposto un festival del genere per sconvolgere, dando una nuova visione riguardo eventi che qui solitamente non si fanno.»
Tanti gli anni di esperienza che Ligas si porta dietro. Obiettivo? Portare qualcosa di nuovo. E tutto questo ha pagato. «La gente ha risposto bene. Abbiamo lavorato a comparti stagni, io mi sono dedicato esclusivamente a gestire il discorso musicale.»
Che poi, l’intento del Festival era proprio la valorizzazione del territorio e delle sue perle: quello che serve, del resto, per far brillare una zona sempre sottovalutata. «Credo sia importantissimo valorizzare quelli che sono i talenti della nostra terra. La nostra purtroppo è una zona con grosse problematiche logistiche e non è mai semplice creare cose assieme.»
Insomma, è difficoltoso fare rete – dice Ligas – quando unirsi sarebbe una buona cosa per tutti.
L’importante, secondo il direttore artistico, è aiutare i ragazzi che hanno voglia di imparare a suonare uno strumento, di imparare e di conoscere la musica, e di familiarizzare con generi diversi. «Purtroppo viviamo in un’era in cui la musica è fatta da gente che non sa suonare, non sa cantare, non sa fare musica! Vedere persone che, musicalmente, non hanno talento andare avanti mi dà fastidio, ma questo viene compensato dai ragazzi che, molto bravi e talentuosi, si mostrano, hanno voglia di suonare, di farsi vedere… tutto questo è stupendo.»
E non solo.
«È importante riproporre eventi musicali, canori, strumentali, a livello provinciale e poi estenderli a livello regionale per poter dar modo ai ragazzi e alle persone di capire, e vedere che cos’è l’arte vera. Abbiamo fatto suonare anche un gruppo di persone che non si erano mai viste tra di loro, facendo una drum-circus. È stato un modo per sprigionare energia suonando tutti assieme, tra percussioni e tutto il resto è stato un modo per poter creare unione.»
E quando si parla del substrato musicale ogliastrino, be’, Ligas è perentorio: «Strato di Era Glaciale» dice, con enfasi. «Onestamente ho visto, da quando sono tornato, e sono 5 anni ormai, una tale limitatezza di conoscenza e soprattutto di utilizzo della musica suonata. Qui si mandano avanti i localini dove va la musica da discoteca, in discoteche dove l’ambiente non è dei migliori… No, la gente qua non va a ballare, va a picchiarsi, a litigare, a disfarsi: questo è quello che vedo qua. Invece nei concerti si vive, ci si diverte, non è che tutto vada sempre come dovrebbe, ma c’è la differenza che c’è la musica che parla, e l’abbiamo dimostrato noi stessi visto la gente che era contenta e felice di vedere musica live, finalmente.»
Alcuni gruppi, lamenta l’esperto, non si sono nemmeno presentati. «Tantissime persone sono state presuntuose prima, ma poi non si sono nemmeno presentate. Ho avuto delle persone che all’ultimo momento hanno dato forfait, o che hanno detto che magari erano impegnate ad andare a fare una partita a tennis, o a calcio piuttosto che venire ad un evento musicale. Io lo ritengo un po’ paura di esibirsi. Magari di confrontarsi. Il confronto aumenta le capacità, aumenta la percezione di quello che siamo, e quando ti vedono tutti ti giudicano. E capisci quali sono i tuoi limiti. Sei tu a giudicare te stesso, e queste persone purtroppo non hanno l’autocritica.»
E, sulla domanda se ci sarà o meno una prossima edizione, l’entusiasmo si accende: «Spero che ci sarà una seconda edizione, la terza, una quarta» afferma. «Sicuramente verranno scelti musicisti e gruppi in maniera differente perché questa volta tutte le band si sono esibite gratuitamente. Penso che probabilmente si farà in più giornate, una o due giornate per lo meno, in modo da poter inserire anche altri sottogeneri, o generi, per poter avere un po’ più di poliedricità a livello musicale, e poter dare libera voce anche ad altre cose.»
Un’idea che Ligas ha da parecchio tempo è quella di creare un’associazione di artisti.
«Qui mancano, in Ogliastra specialmente, i luoghi dove poter ascoltare musica differente. Dove poter aggregarsi, dove poter ascoltare, fare dei seminari, e creare magari unione con altri gruppi, altre persone, altri artisti, altri generi!»
Insomma, unione all’insegna della musica. Bellissimo, no?
«Io amo vedere la gente che si diverte, amo la gente che suona, che fa quello che la fa star bene. Creare un’associazione, e poi di conseguenza una struttura dove poter far questo, credo che sia importante: diamo spazio all’arte e diamo spazio in generale alla musica, allo spettacolo, al teatro… all’arte in generale. Tutto quello che è arte va bene,» precisa «io naturalmente spingo per la musica, ma sono un appassionato di tutto! Quindi da qui a non tanto cercherò di fare questo. Poi vedremo quali saranno gli sviluppi più avanti! Spero che ci siano parecchie persone che mi appoggino e che mi supportino per poter creare questo e soprattutto che mi sopportino, non ho un carattere semplice.»
E progetti a lungo e breve termine? Ecco, Ligas è un treno in corsa, sempre pieno di idee.
«Ho già tanto da fare riguardo il mio lavoro di barbiere e facendo il giudice, girando e avendo dieci ore di lavoro ogni giorno. La musica prima era la mia parte integrante di vita giornaliera, adesso è diventato il mio divertimento, la mia passione. Non dico che voglio farla ritornare ad essere la mia cosa primaria, però con associazioni o con gruppi di lavoro buoni si possono tenere delle belle cose spettacoli, in periodi estivi, primaverili, invernali, e fare delle belle cose in generale per tutti. Voglio vedere come si svilupperanno questi progetti e le richieste che sono state fatte ultimamente per creare nuove cose. Vedremo quali saranno i nuovi eventi che prenderanno vita. Cercherò di fare il mio meglio, farò tutto il possibile.»
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