Che Diego Armando Maradona avesse grande stima nei confronti di Gianfranco Zola è cosa nota.

Ma più che stimarlo solamente El Pibe de Oro considerava il fuoriclasse di Oliena il suo erede designato. Sono innumerevoli infatti le parole di ammirazione spese dall’argentino nei confronti del fantasista sardo.

Ciò che molti non sanno è che Zola fu l’unico a ricevere da parte del più grande calciatore di tutti i tempi un onore davvero invidiabile. Il 17 febbraio 1991 Maradona decise di sua spontanea volontà di cedere a Zola la maglia numero 10, la sua maglia, simbolo di creatività, estro e genio calcistico.

Il Napoli scendeva in campo contro il Pisa per un match del campionato di Serie A e i due fantasisti partivano – per una volta – entrambi da titolari. Al momento dell’uscita dal tunnel lo stupore fra i presenti fu tanto. Sulle spalle di Maradona il numero 9, su quelle di Zola il numero 10.

«Ho dato la mia maglia a Zola perché lui rappresenta il futuro del Napoli» disse Diego a fine partita.

La Gallura è nota per essere ricca di tafoni, formazioni rocciose forate che si sviluppano principalmente sul granito. I tafoni si formano attraverso un processo chimico chiamato idrolisi dei feldspati, che porta alla disgregazione dei minerali costituenti il granito. Tale disgregazione crea una erosione selettiva delle superfici granitiche, spesso dando luogo alla formazione dei caratteristici “conchi”.

Foto di Giacomo Calvia

I conchi sono concavità più o meno profonde sulla superficie di affioramenti granitici. Gli esseri umani hanno utilizzato queste rocce tafonate sin dai tempi preistorici come ripari, abitazioni o tombe. In tempi più recenti, molte di queste rocce sono state chiuse con muri per migliorare la vivibilità degli spazi.

Foto di Giacomo Calvia

A Calangianus, lungo la SS127 in direzione di Telti, a meno di 1 km dall’uscita del paese, si trova “La Conca Fraicata”. Questa si trova su un masso isolato vicino alla strada, in una posizione dominante sull’intero versante nord del Limbara. Fino a circa 50 anni fa, la conca era ancora dotata di una porta d’ingresso, ma oggi è stata rimaneggiata, conservando comunque le pareti laterali e quella di fondo.