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Leggende. Gorropu e la roccia sacrificale di Moccidorgiu infestata dalle anime dei morti

Gorroppu

In tempi passati morte e carestia sembravano non avere mai fine. In particolare gli abitanti di Urzulei vivevano una condizione molto particolare: nel villaggio pativano la fame pur avendo a disposizione proprio accanto a loro querce e altre piante selvatiche da frutto.

Le ghiande venivano usate per fare il pane, ma potevano essere consumate come si trovavano in natura, e in tempi di magra offrivano un apporto energetico pressoché sufficiente.

Peccato che le risorse si trovassero  perlopiù presso la gola di Gorropu, che per motivi territoriali era molto difficile da raggiungere. Le ghiandaie nascondevano tra gli anfratti delle rocce le ghiande per fare provviste, per questo motivo spesso gli alberi crescevano nella roccia, spesso in punti molto elevati e difficilmente raggiungibili. Per tutti questi motivi le famiglie dovevano ottimizzare le provviste soprattutto per i più piccoli che non sarebbero riusciti a procacciarsi il cibo da soli, a differenza degli adulti i quali provvedevano ognuno per sé.

Si racconta che gli anziani, ormai incapaci di provvedere al sostentamento della famiglia, venissero accompagnati dai figli presso la roccia di Muccidorgiu e buttati giù: questo non era un disonore, ma un dovere gravoso in quanto sarebbe stato più straziante sentire le urla dei bambini e vederli morire di fame e stenti. Chiarissimo il richiamo alla tradizione spartana che vedeva i padri  gettare i figli con problemi fisici invalidanti dal monte Taigeto, perché ritenuti un peso per la famiglia e per la società guerriera quale era la polis greca.

A Urzulei però spesso le donne ancora in fase di allattamento si prestavano anche a nutrire i figli altrui o gli anziani a cui si teneva particolarmente. Oggi, secondo la leggenda, il canyon di Gorropu e in particolare la roccia di Muccidorgiu sarebbero infestate dalle anime di tutte le persone che vi trovarono la morte, ma solo le anime dei cattivi sarebbero quelle che provocano disturbi alle persone che vanno a visitare il sito naturalistico.

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