Accadde oggi. 20 febbraio 1928: viene ucciso Samuele Stochino, la “Tigre d’Ogliastra”
La tragica fine, il 20 febbraio del 1928, di una delle figure più controverse della storia dei banditi sardi: Samuele Stochino
Nato ad Arzana e figlio di un capraro, Samuele Stochino aiutò il padre con il bestiame fino alla sua chiamata alle armi, come fante nella Prima Guerra Mondiale. Samuele riuscì a sopravvivere alla guerra e tornò alla sua Ogliastra. Dopo alcuni mesi venne sorpreso a rubare alcuni maiali, tradito da alcuni suoi amici che lo volevano in carcere. Venne arrestato ma riuscì a divincolarsi in breve tempo dai gendarmi e da quel momento divenne latitante.
I primi tempi di latitanza furono tranquilli, come riporta Wikipedia. Divennero difficili con il fascismo perchè Mussolini vide in lui e nei tanti banditi della Sardegna dei nemici inaccettabili. Il regime si scagliò quindi contro le loro famiglie. Nel caso di Samuele, venne bruciata la casa dei nonni e arrestata la sorella. Inoltre in campagna venne spesso tormentato il lavoro del padre. Da quel momento la sua ira lo portò a commettere dodici omicidi, addirittura di una bambina di dodici anni, figlia di un nemico arzanese. Ecco perché venne soprannominato La Tigre d’Ogliastra.
Molto malato di broncopolmonite era solito rifugiarsi nei territori di Ulassai e Gairo. L’ultima notte la passò proprio nei territori ulassesi, nascosto in un ovile, e il giorno seguente, il 20 febbraio del 1928 le fonti ufficiali riportano la sua morte causata da uno scontro a fuoco con i carabinieri, in località “S’Orgiola de sa Perda”, nei celebri tacchi di Ulassai.
In realtà i militari spararono su Samuele Stochino già morto. Una prima autopsia molto sommaria sul corpo del sergente della Prima Guerra Mondiale venne eseguita nel cimitero di Gairo, poi l’uomo venne seppellito nello stesso luogo. Due giorni dopo la salma, su disposizione della magistratura, fu riesumata e trasportata a Cagliari dove all’ospedale civile San Giovanni di Dio venne fatta un’autopsia più accurata.
L’esito dell’esame medico legale non lasciò dubbi: la morte di Samuele Stochino non era avvenuta secondo quando scritto nel verbale delle forze dell’ordine, già molto confuso in alcuni passi. Un falso architettato dalle alte sfere del regime fascista o semplicemente creato per poter intascare la taglia dell’ex sergente?
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