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Notte di San Silvestro nella tradizione: quando col grano si indagava sul futuro e sul matrimonio

Per chi non la passa a cene fuori porta o veglioni – un po’ difficili in questi tempi di pandemia – la notte di San Silvestro nella tradizione sarda è sempre stata un’occasione per rinsaldare i rapporti familiari con una cena molto simile a quella del Natale.

Nella nostra Isola, specialmente nelle zone più interne, la sera del 31 dicembre era portatrice di interessanti tradizioni, ormai dimenticate. Una di queste viene riportata anche da Gian Paolo Caredda in “Le tradizioni popolari della Sardegna”. Anticamente infatti, in attesa di iniziare l’ultima cena dell’anno, le famiglie indagavano sul futuro lanciando dodici chicchi d’orzo nel caminetto acceso. Ogni chicco, ovviamente, rappresentava un mese dell’anno nuovo: se non scoppiava a contatto col fuoco, sarebbe stato fortunato; se scoppiava, il contrario.

In Gallura, poi, i fidanzati si procuravano alcuni chicchi di grano non ancora ripuliti, ma col filamento. Ciascuno dei due giovani, dopo avere eliminato parte del filamento di un chicco, lo metteva a galleggiare su una bacinella d’acqua. Sei i due chicchi si incontravano, il matrimonio sarebbe stata cosa certa, altrimenti, in caso di allontanamento dei due chicchi, le nozze sarebbero sfumate.

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