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Coronavirus e palestre chiuse. Il grido dall’allarme dei gestori di Tortolì: “Chiusura ingiusta, non si può sacrificare questo settore”

La stretta sul mondo dello sport operata ancora una volta dal Governo nel fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso, ha lasciato perplessi gli attori della scena sportiva delle varie zone d’Italia. Anche i professionisti del settore in Ogliastra non hanno mancato di esprimere la propria divergenza rispetto a queste decisioni, specialmente dopo aver osservato con attenzione lo scenario creato sulle misure anti-Covid in toto.

Abbiamo raccolto e dato spazio al grido d’allarme dei gestori delle palestre tortoliesi. La situazione è grave, i provvedimenti e le indicazioni del governo sono nebulose: ecco cosa ne pensano Roberto Mascia, Franco Dente, Gemma Loi, Armandina Pucci, Gian Marco Lecca e Mariano Rubiu di questo settore che a livello nazionale raduna migliaia di società e associazioni sportive e che dà lavoro a oltre 100mila persone e che oggi viene penalizzato tra i primi.

«Io mi sento preso in giro dallo Stato. Mi hanno chiuso tre mesi in alta stagione per farmi riaprire in estate, dove la clientela cala drasticamente, e ora che mi stavo riprendendo mi fanno richiudere senza senso – spiega Roberto Mascia, della Ares Fitness – Mi hanno fatto spendere una marea di soldi adeguarmi ai protocolli: misurazione temperature, censimento clienti, soluzioni idroalcoliche di ogni tipo, limite di ingressi, disinfezione di ogni cosa e chi più ne ha più ne metta. Nonostante ciò, e appurato da loro stessi che non hanno trovato irregolarità, mi rifanno chiudere. Io mi chiedo: ma perché? Nessun focolaio, nessun assembramento, distanziamento e mascherine sempre garantite. A cosa è servito? Perché siamo sacrificabili? Eppure le tasse ad agosto ce le hanno chieste, eppure non abbiamo violato nessuna disposizione. Non me ne capacito. Cosa dovrei fare più di così? Non mi si dica che questo decreto sia stato fatto per limitare l’infezione, perché sono proprio intervenuti dove non si doveva».

Dello stesso parere Franco Dente, della palestra La Fenice: «La chiusura annunciata da Conte in caso di irregolarità dei centri sportivi, giustificava proprio la chiusura. Nonostante Spadafora, in conferenza stampa, abbia annunciato che tutte le palestre rispettavano i protocolli imposti dal governo, hanno proceduto a una chiusura senza alcun dato scientifico. L’unico dato era meramente statistico e a favore dei centri. Quando si penalizza un settore considerandolo non essenziale ma allo stesso tempo si consentono assembramenti nei mezzi di trasporto pubblico e nel calcio di Serie A, non solo si compie un’ingiustizia sotto il profilo economico ma si annienta un settore che tutti gli studi indicano come salutistico. L’attività motoria è alla base del buon funzionamento del sistema immunitario».

«Le palestre si sono tutte adeguate ai protocolli di sicurezza investendo non pochi soldi – rincara la dose Gemma Loi della Gemfit Yoga&Fitness – E ora sembra che il numero dei contagi sia aumentato per colpa nostra. Ancora una volta hanno prevalso egoismo e mancanza di buon senso. La gente non vuole rinunciare a nulla. La situazione d’emergenza non si è conclusa a maggio. Eppure abbiamo assistito a un “tana libera tutti”. Bar e ristoranti pieni, distanziamento sociale inesistente. Feste, fiere, addirittura discoteche aperte! Le mascherine al braccio sono diventate l’accessorio fashion dell’estate 2020. Ci avevano avvisato del fatto che la situazione in autunno sarebbe stata questa se non avessimo rispettato le regole. Ma abbiamo continuato perché nessuno ce lo vietava e i letti nelle terapie intensive dei nostri ospedali ancora liberi. Ma oggi le cose sono diverse.  Io personalmente da quando ho riaperto ho messo l’aspetto economico in secondo piano, consapevole che questo non era il momento di pensare ai grandi guadagni, ma solo cercare di sopravvivere ed evitare la chiusura dello studio. Garantire la sicurezza ai miei clienti e a me stessa in primis».

Aggiunge Armandina Pucci, istruttrice della palestra Armyfitness: «Sono molto arrabbiata. La palestra è il luogo più idoneo dove stare in salute, lo era prima ma maggiormente ora che abbiamo un maggiore bisogno di difese immunitarie. È scientificamente provato che lo sport aumenti il benessere fisico e psicologico di tutti. In palestra, infatti, non viene solo il bodybuilder, ma anche chi semplicemente vuole star bene e prendere meno medicine possibili. Quindi, se lo sport è fortemente consigliato dai medici e se la palestra è idonea a tutte le nuove normative anti covid volute dall’OMS e dal governo, perché farle chiudere?».

Dello stesso avviso Gian Marco Lecca della Bene Fitness: «Quella di chiudere le palestre non è stata la scelta più giusta, a mio avviso. Considerate le norme che sono state indicate e da noi rispettate, il “pericolo” nei nostri centri era davvero basso. Abbiamo speso tanto per metterci al passo con l’igienizzazione, per comprare il termoscanner, per limitare gli ingressi. Nonostante tutto questo impegno, ci ritroviamo punto e a capo, senza sapere se questa decisione servirà davvero. Le palestre, infatti, non credo siano luogo di contagio. Sono davvero pochi i casi registrati nelle palestre. Non si è mai sentito di focolai nei centri sportivi e questo dovrebbe far riflettere».

«È difficile definire lo stato d’animo in cui mi trovo –  chiosa infine Mariano Rubiu, da tantissimi anni alla guida dell’ASD Kinesis – Questo settore, che ha investito fortemente per rispettare i protocolli del CTS, viene ritenuto sacrificabile. Le strutture sportive hanno dimostrato, e i controlli effettuati dai NAS lo confermano, uno scrupoloso rispetto delle normative anti Covid: controllo della temperatura, tracciamento dei frequentanti, distanziamento degli attrezzi, utilizzo mascherina negli spostamenti, sanificazione costante di attrezzi e locali. Questo scrupoloso rispetto delle norma ha prodotto anche un’azione educativa nei confronti degli utenti che sono stati disciplinati e meticolosi nel rispettare ogni indicazione. I risultati non sono mancati: le palestre sono aperte dal 25 maggio e non si sono registrati focolai. Il problema, evidentemente, è da cercare altrove. Non si capisce il vero servizio offerto alla comunità da parte di questo settore. La palestra è un luogo dove si migliora la propria salute. È ormai accertato scientificamente che un adeguato programma di esercizio fisico produca un potenziamento del sistema immunitario e un sostanziale miglioramento dello stato psicofisico. Chiudere le palestre significa “sottrarre” salute».

 

 

 

 

 

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