Lo avevamo annunciato ieri: l’ordinanza firmata dal governatore Solinas attesa per oggi o domani slitta a dopo le elezioni comunali che in Sardegna interessano 156 comuni e si terranno il 25 e 26 ottobre. Lo “Stop & Go” come lo ha chiamato il Presidente della Regione partirà la prossima settimana.

Sono state diffuse alcune indiscrezioni sulle misure che verranno adottate, si è parlato addirittura di divieto degli spostamenti da un comune all’altro, ma al momento sono solo supposizioni. Oggi alle 11 il Governatore Solinas incontrerà gli esperti del Comitato tecnico scientifico della Sardegna e i
presidenti dei gruppi di maggioranza e opposizione in Consiglio regionale.

L’obiettivo è fare il punto della situazione e decidere quali misure adottare per contrastare il diffondersi dell’epidemia nell’Isola. C’è grande preoccupazione per l’economia, il tessuto produttivo della Sardegna è in profonda crisi e un nuovo stop potrebbe provocare danni irreparabili. Secondo voi quali misure sarebbero davvero utili?

Agostino Cicalò, presidente di Confcommercio Nuoro Ogliastra è stato confermato nella giunta nazionale di Confcommercio, è l’unico sardo della squadra guidata da Carlo Sangalli. Cicalò rimarrà in carica fino al 2025 insieme ad altri 24 colleghi.

«È un riconoscimento importante”, ha commentato il presidente di Confcommercio Nuoro Ogliastra, “anche perché insieme al presidente di Confcommercio Sud Sardegna Alberto Bertolotti e a quello regionale Nando Faedda, che fanno parte del consiglio nazionale, rappresentiamo al meglio l’Isola».

Cinquantasette anni rappresentante di una famiglia storica del commercio nuorese, presidente della Camera di Commercio di Nuoro, Cicalò ha evidenziato l’importanza del ruolo soprattutto in questa fase delicata per il commercio, turismo, servizi e l’economia in generale dell’Isola. «Da una parte ora si para il colpo che potrebbe causare un minilockdown o un lockdown totale, e quindi cerchiamo di limitare i danni. Un ruolo gravoso perchè nel frattempo dobbiamo sostenere tutti quelli che sono affossati nella crisi in questi otto mesi di emergenza sanitaria».

Il bilancio. «Chi ha potuto continuare a lavorare regge, come ad esempio il settore alimentare, il turismo è al limite, le imprese hanno gestito l’attuale stagione a malapena, oltre la metà, ma deve ancora arrivare l’inverno, e con la prosecuzione della crisi si rischia di non avere liquidità nei primi mesi del 2021, quando generalmente gli stranieri iniziano a prenotare i loro viaggi in vista della stagione estiva. Allo stato attuale le imprese in crisi sono il 30 per cento. A rischio crisi se la situazione dovesse persistere, circa il 25 per cento».