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Tra i sardi diminuisce la paura del Coronavirus: ridimensionato il “filo diretto” con gli psicologi

«Abbiamo potuto ridimensionare le ore di filo diretto per l’assistenza psicologica gratuita perché sono cambiati i bisogni e la percezione del pericolo: soprattutto nell’ultimo mese si è infatti abbassata la paura del coronavirus e si è alzata la paura per il futuro. Mentre invece sono progressivamente peggiorati i disagi e le patologie psichiatriche preesistenti». E’ quanto ha detto Angela Quaquero, presidente Ordine Psicologi della Sardegna.

Dopo quasi due mesi ininterrotti di assistenza e consulenza psicologica quotidiana, weekend e festivi compresi, è stato quindi possibile ridimensionare le ore di “filo diretto” per il coronavirus COVID-19, che passano da 6 a 4.

Il servizio continua quindi ad essere attivo tutti i giorni dalle 15:00 alle 19:00 ai numeri  noti 800197500  e   3791663230.

Il servizio di assistenza psicologica, garantito da una straordinaria squadra di volontarie, quasi interamente composta da donne, 29 su 30, ha fatto fronte a una imponente mole di richieste, provenienti per il 20% circa anche dall’esterno dell’isola, percentuale che si è mantenuta anche in questi ultimi giorni: ciò si spiega in quanto si è trattato del primo servizio attivato in Sardegna e uno dei primi a livello nazionale.

Estremamente interessanti i dati del report curato dalle psicologhe della SIPEM, Società Italiana Psicologi dell’Emergenza, che ha elaborato complessivamente 333 schede, sulla base delle telefonate ricevute. Prevalente la richiesta di aiuto da parte delle donne, il 75,46% a marzo, con la quota maschile progressivamente aumentata di oltre il 10% nell’arco dei due mesi: era il 24,74% a marzo ed è passata al 35,90% ad aprile: «Le donne, che sono generalmente quelle che si rivolgono di più allo psicologo, sono però anche le prime ad avvertire il pericolo, la paura, a percepire segnali di allarme. Gli uomini fanno ricorso allo psicologo, quando il pericolo o il disturbo sono più gravi».

Si è lievemente abbassata l’età media degli utenti, passata da una media 45/48 anni a marzo a una media di 44 anni ad aprile . «Ciò si spiega- ha detto Angela Quaquero- anche con la presenza in casa dei giovani, studenti, ma anche lavoratori, che non hanno potuto andare a scuola o far rientro nei luoghi di origine, e che hanno sentito particolarmente la solitudine e l’inattività”. Inoltre il 54,67% delle richieste è arrivato da persone inoccupate/disoccupate, casalinghe, studentesse/i, pensionati. “Adesso- ha aggiunto Angela Quaquero- c’è bisogno di fiducia, di ricostruire la ‘prossimità’, la vicinanza con le persone: è necessario  il distanziamento fisico ma non quello sociale».

Il filo diretto continuerà quindi, grazie alla collaborazione gratuita delle associazioni degli psicologi dell’emergenza:  Psicologi per i Popoli-Sardegna, Croce Rossa Italiana  Regionale, SIPEM-Sardegna e EMDR ITALIA, sotto il coordinamento della Protezione Civile Sardegna.

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