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Suggerimenti di lettura per la quarantena. “Diario di una timida” di Simona Tilocca

La recensione di “Diario di una timida” della scrittrice sarda Simona Tilocca: un libro assolutamente adatto a questo periodo in cui passare delle ore in piacevoli distrazioni, come la lettura, è fondamentale.

 

Diciamolo subito: in questo romanzo si parla d’amore. E lo si fa in senso lato. Perché in questo libro della scrittrice e docente cagliaritana Simona Tilocca ci si trova a fare i conti, insieme alla protagonista Emma Casalegno, con l’amore per i libri, l’amore per gli uomini, l’amore per la creatività, l’amore per la famiglia. E, non ultimo, l’amore per se stessi.

Questo viaggio nella Passione la scrittrice ci consente di farlo in compagnia di una protagonista singolare, un’eroina moderna che però si porta addosso, come un profumo, echi lontani e memorie austeniane. Eternamente in bilico tra la necessità di adattarsi alle convenzioni sociali e la voglia di vivere la vita che ha sempre sognato, Emma ci racconta con ironia e delicatezza della sua vita, dei suoi amori e di come i libri riescano sempre a salvarci – quelli che si leggono e, perchè no, pure quelli che si scrivono – anche quando tutto pare perduto.

Simona Tilocca, con questo romanzo, ci regala una storia intrisa di riferimenti letterari e atmosfere tipiche della narrativa neoclassica ma che allo stesso tempo è la storia di tutte noi. È vita vera. Ecco perchè, dopo appena un capitolo, il rapporto del lettore con Emma diviene simbiotico, senza nessuna forzatura. Il “Diario di una timida” è il diario di una donna moderna ma allo stesso tempo di una donna senza tempo. Che di passioni, turbamenti, struggimenti e battaglie del cuore è piena ogni era e ricco ogni dove.

Lo stile è scorrevole ed essenziale. Si accarezzano tante sfaccettature dell’amore in modo diretto ma delicato, senza mai cadere nella tentazione dell’orpello. Quella della Tilocca è una scrittura intelligente e schietta. Il percorso di Emma lo si segue senza difficoltà, efficaci metafore fanno luce sui suoi atti di coraggio, sulle sue scoperte e sulla sua maturazione. È un romanzo leggero e profondo allo stesso tempo.

Bellissimi, a mio avviso, i passi dedicati all’infanzia di Emma e alla figura della nonna materna, che nella vita della bambina portò l’incanto e la bellezza del narrare: “Queste storie di morti e fantasmi mettevano alla piccola Emma una paura tremenda, si aggrappava alla gonna della nonna mentre si guardava intorno con cautela e timore. Allo stesso tempo ne era ghiotta, ne voleva sempre di nuove. Ascoltarla raccontare era il suo piacere più grande. Le storie le piacevano molto, molto più dei giocattoli”. Un amore per la lettura e la scrittura che rendono Emma diversa dagli altri bambini. Timida, riservata, solitaria.

Finché la sua bellezza, che sboccia sempre senza chiedere il permesso ( “Era bella e non lo sapeva”), la inizia ai contatti con l’altro sesso. Scoprire la Emma adolescente e poi donna sarà come scoprire ( o riscoprire) se stesse.

Alle lettrici appassionate un avviso: non immedesimarsi in Emma, se si è passata la giovinezza con il naso nei romanzi, sarà impossibile. Quindi sì, se ci si è sempre crogiolate tra gli amori letti tra le pagine, quelli forti e romantici, non si potrà evitare di vivere insieme alla giovane protagonista la delusione nel venire a contatto con la vita vera, con l’amore che fuori da carta e inchiostro lascia spesso perplessi e disorientati, ogni volta con un pezzettino in meno (o in più) e con gli uomini che decisamente non sono quelli del romanzo cavalleresco.

È un romanzo, questo edito da Palabanda ( che meravigliosamente pubblica con i caratteri ad alta leggibilità!) per chi continua a sognare per scappare dalla realtà, per chi la realtà – invece – l’ha accettata da tempo e guarda indietro con tenerezza, per chi si sente diverso dagli altri, per chi non vuole allinearsi alle richieste della società, per chi ha creduto troppo nell’amore e per chi vive di rimpianti. Assolutamente anche per chi ha imparato ad amarsi e a perdonarsi.

 

 

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