Il 21 aprile 1928 i sardi festeggiarono il primo collegamento aereo fra l’Isola e il continente. Il velivolo usato, un Savoia Marchetti s55, poteva trasportare i membri dell’equipaggio, otto passeggeri e altrettanti bagagli, per un peso massimo pari a 15 kg per ciascuno. Molto di rado questi limiti furono però rispettati, e già il volo di ritorno ne contò ben diciassette.
I sardi soffrivano da sempre per quella distanza allora sconfinata che li separava geograficamente e non solo dal resto dell’Italia. Un sentimento che andava a mescolarsi all’innato desiderio di volare, e trovava finalmente soddisfazione in quella storica giornata, che sanciva il superamento di quelle estenuanti tratte marittime prima necessarie per raggiungere il Continente; la Cagliari-Civitavecchia, per citarne una, necessitava di almeno 22 ore di viaggio.
Negli anni Quaranta la guerra cambiò tutto. Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale l‘aeroporto di Elmas assunse cruciali funzioni militari e andò a ospitare in prevalenza velivoli da guerra, orde di squadriglie e siluri, mentre i voli civili diminuirono progressivamente fino a scomparire del tutto. Per la ripresa del servizio fu necessario attendere diversi anni, fino all’aprile del 1947.