L’attività dei sindacati è incentrata ogni giorno sull’informazione nei confronti dei lavoratori rispetto a tutti gli interventi di sostegno economico previsti dalle leggi in essere e sulla possibilità di mettere in campo gli strumenti per rendere eseguibili queste nuove norme in materia di lavoro.

«Stiamo lavorando ogni giorno per dare risposte a tutti i lavoratori e ai disoccupati – spiega Michele Muggianu, segretario generale Cisl Ogliastra-  Bisogna evitare che la paura e la preoccupazione che stanno attraversando larghe fasce della popolazione per la salute e il reddito non si trasformino in rabbia, odio e tensione per il futuro».

La nostra era già un’area con un tessuto economico e  produttivo fragile. La prima emergenza è quella sanitaria ma non si devono trascurare le conseguenze gravissime che si stanno avendo e si avranno sul piano economico e sociale.

«A questo proposito – afferma Muggianu –  è stato sottoscritto nella serata di ieri da Cisl, Cgil e Uil un accordo nazionale e un protocollo con Abi per l’anticipazione bancaria delle integrazioni salariali. Un accordo necessario per fare in modo che le risorse arrivino in modo tempestivo nelle tasche dei lavoratori».

È chiaro che il protrarsi dell’emergenza sanitaria stia proiettando sull’immediato futuro delle fosche nubi. I settori trainanti per la nostra già depressa economia ( come turismo e settori affini) saranno quelli che pagheranno il prezzo più alto. Sono migliaia le persone che rischiano di non avere un’occupazione neppure nel periodo estivo.

«Purtroppo alle nostre latitudini c’era una diffusione pesante del lavoro nero e del lavoro grigio delle persone che pur lavorando a tempo pieno avevano contratti con poche ore dichiarate al giorno e gli ammortizzatori sociali, quindi, li copriranno solo per quelle ore e non per quelle che effettivamente lavoravano. È un aspetto preoccupante anche questo. Occorrono strategie di medio termine per evitare un tracollo economico da cui sarebbe complicato rialzarsi» conclude con forza il segretario Cisl.

Durante la notte è morto don Giovanni Melis, 72 anni, il parroco nuorese ricoverato dal 9 marzo scorso dopo essere risultato positivo al coronavirus. Don Melis aveva svolto la sua missione anche a Sarule e Lodè, prima di collaborare nelle parrocchie di San Francesco e di San Paolo a Nuoro.

Si tratta della seconda morte legata al Covid-19 che colpisce la chiesa nuorese: dieci giorni fa, infatti, la Diocesi di Nuoro guidata dal vescovo Antonello Mura, aveva pianto la scomparsa, sempre dovuta alle complicazioni da coronavirus, di don Pietro Muggianu.

“La Diocesi, le parrocchie dove ha svolto il suo servizio, coloro che l’hanno conosciuto – nell’impossibilità di celebrare le esequie pubbliche – invocano il Signore della vita con le parole della fede, esprimendo la loro vicinanza e il loro cordoglio a tutti i familiari.
A emergenza superata sarà celebrata la S. Messa di suffragio” si legge in una accorata nota sul sito della Diocesi di Nuoro.

«Sono giorni di dolore e di tristezza per la nostra Diocesi. Dopo la morte di Don Pietro Muggianu, la scomparsa di Don Giovanni Melis ci lascia sconfortati – ha affermato il vescovo Antonello Mura – Due nostri sacerdoti pagano il prezzo di un’epidemia devastante, che non risparmia chi, come loro, vive a servizio degli altri, perché come gli altri anche i sacerdoti si ammalano e muoiono. O Dio, ricco di amore e di misericordia, dona a loro la gioia di celebrare con Te la vita che non ha fine, quella vita in pienezza che cerchiamo e nella quale crediamo, e che la nostra fragilità umana non ci permette di sperimentare totalmente su questa terra. Continua ad amare e a confortare questa Diocesi, ora provata e sgomenta, resa forte unicamente dalla Grazia che viene da Te, che invochiamo fiduciosi con tutte le nostre forze».