ogliastra.vistanet.it

Coronavirus e quarantena: i 10 consigli degli psicologi per gestire stress e paure

La necessità e il dovere di stare a casa hanno modificato la nostra quotidianità, il nostro modo di relazionarci e di stare “a contatto” con gli altri. Le città e i paesi sono quasi deserti, vuoti, e la sensazione è di vivere in una dimensione surreale che genera in noi per lo meno uno “sbandamento”.  Sentiamo di non poter esercitare il nostro controllo sulle abitudini, gli impegni, gli hobby, le relazioni: siamo chiamati ad affinare le nostre capacità di adattamento e di resilienza, mettendo in campo tutte le nostre risorse e creando nuove opportunità di rivisitazione di noi stessi e dell’organizzazione del nostro tempo.

Quasi tutti abbiamo capito che dobbiamo stare a casa. Per contro, difficoltà emotive sempre più rilevanti si riscontrano fra la popolazione: principalmente il sentimento di angoscia nel non sapere quando potremo riappropriarci della nostra libertà e del nostro lavoro; rabbia per un vissuto di impotenza  e di attesa; ansia e panico; conflittualità familiari e difficile convivenza domestica; sofferenza estrema per tutte le persone che vivono maltrattamenti; astinenza dalle dipendenze da gioco d’azzardo che ha subito significative restrizioni e che aumenta il senso di agitazione e insofferenza. E un aggravamento dei disturbi psichici preesistenti.

È emergenza psicologica? Certamente iniziano a manifestarsi sintomi e disagi, che tuttavia possiamo imparare a gestire cercando di salvaguardare il nostro benessere psichico ed emotivo. Ma come? Ce lo spiegano gli psicologi del Centro Antes di Tortolì.

  1. Sviluppare un atteggiamento costruttivo, nutrendo la sensibilità e l’apertura alle opportunità comunque presenti anche nelle circostanze negative: proviamo a considerare la casa il nostro nido e il tempo come ritrovato

  2. Una modalità efficace per evitare l’accumulo di frustrazione e malumore è imparare a riconoscere i nostri stati d’animo dentro di noi e a verbalizzarli a chi ci sta vicino, favorendo la condivisione anche virtuale con le persone importanti.

  3. Applichiamo la dieta digitale preservandoci dal rischio di indigestione di informazioni, circoscrivendo la lettura e l’ascolto delle notizie a una volta al giorno e su fonti affidabili. Ciò contiene lo stress e l’ansia.

  4. Teniamo viva la nostra progettualità professionale e, se ci sono le condizioni, esploriamo nuove opportunità e nuove mosse da mettere in atto una volta che l’emergenza sarà terminata. Ciò diminuisce la paura dell’incertezza e ci consente di sperimentare il nostro senso di efficacia.

  5. Le iniziative corali rappresentano il contraltare dell’isolamento: organizziamo eventi virtuali positivi, che aggregano e aprono spazi di speranza e positività. La ricerca della vicinanza è un bisogno innato.

  6. Rivediamo o confermiamo il nostro sistema di valori o la nostra scala di priorità: è un’opportunità per scoprire ciò a cui teniamo di più.

  7. Possiamo scegliere se farci trascinare dal turbinio dell’indolenza o se, invece, fermarci un attimo e sentire che possiamo dare valore al nostro tempo e al qui e ora. Lavoriamo da casa, se possibile. Leggiamo, ascoltiamo musica… nutriamo le nostre passioni

  8. Dialoghiamo con i figli e parliamo di quanto sta accadendo: i bambini devono dare un significato alla realtà e noi genitori, con un linguaggio rispettoso della loro età, possiamo aiutarli a integrare questa esperienza.

  9. Non abbiamo paura o vergogna di chiedere aiuto: non siamo onnipotenti e, a volte, le circostanze ci mettono a dura prova.

  10. Le aziende, per incoraggiare i loro dipendenti e per continuare a farli sentire parte della realtà lavorativa, possono organizzare video corsi. Un modo per dire ai lavoratori: siete parte essenziale del lavoro!

 

 

 

 

Exit mobile version