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Decine di strutture private per l’infanzia in ginocchio, il grido d’aiuto a Solinas: “Abbandonati al nostro destino”

Sono moltissime le imprese messe in ginocchio dall’emergenza sanitaria in atto nella nostra nazione, alcune temono di non riuscire ad alzare la testa nemmeno quando tutto sarà finito. Amara previsione, certo, ma realista. A far sentire il proprio grido di dolore indirizzando una missiva al Presidente Solinas, sono i titolari di alcune decine di strutture private che offrono servizi educativi per l’infanzia (nidi d’infanzia, nidi in famiglia, ludoteche, spazio bimbo, scuole infanzia, scuole paritarie).

“Grazie ai social media ci siamo riuniti per far sentire la nostra voce e lanciare il nostro grido di allarme in una battaglia che ci accomuna: ‘la sopravvivenza’”

Consci del momento estremamente delicato, cercano un aiuto, un sostegno: non hanno, infatti, fondi o sovvenzioni. È dura arrivare alla fine del mese quando l’unica entrata è quella che ora non può esistere, ossia la retta pagata dai genitori. Le serrande, specificano, sono chiuse dal 5 marzo. Troppo tempo perché non ci siano delle ingenti perdite.

“L’ultimo Decreto Legge ‘Cura Italia’ ha cercato di porre tanti rimedi alla profonda crisi provocata dalla pandemia di COVID-19 ma, sfortunatamente, non è riuscita a ricomprendere in esso le pur minime salvaguardie alle esigenze vitali del nostro settore. Purtroppo lo spostamento delle scadenze fiscali, la possibilità di accedere (all’80%) alla cassa integrazione straordinaria per i dipendenti, sono solo un rinvio del problema perché la cruda realtà ci dice che in questo periodo le nostre entrate si sono totalmente azzerate, e nonostante questo dobbiamo continuare a sostenere i costi di locazione, del personale, utenze ed accessorie quali onorari (commercialista e consulente). Tenendo conto anche delle inqualificabili difficoltà che incontreremo alla riapertura delle nostre attività, se si riesce ad arrivarci, ovvero il versamento dell’INAIL, IRPEF e contributi INPS al momento sospesi, ma che ci ritroveremo in seguito, sommati a quelli ordinari”.

Succo del discorso: nessuna speranza di farcela da soli. E saranno varie le persone che finiranno sul lastrico – oltre a togliere un servizio fondamentale alla comunità.

“Il Sig. Presidente e tutto il gruppo di Governo hanno profuso un grande impegno e tanta sensibilità per emanare un Decreto a sostegno del Lavoro e della Famiglia;” continua la missiva “è purtroppo fatale, nelle mole di questo lavoro immane, che possa essere sfuggita una attività di pubblica utilità come la nostra”.

Grande è l’importanza sociale dei servizi dedicati all’infanzia – secondo un rapporto Istat, chiariscono, i nidi attivi sul territorio sono 13145 e i posti disponibili coprono solo il 25,7% di cui il 50% offerti dal servizio privato – e immensa sarebbe la perdita, in diversi livelli, che si avrebbe se molte attività chiudessero.

“Non contribuendo alla tutela dei nostri servizi si dimentica che sia gli asili nido sia i servizi integrativi all’infanzia sono la prima opportunità educativa per i bambini, e la loro diffusione rappresenta una delle sfide nella lotta alla povertà educativa. Sono servizi fondamentali nello sviluppo del bambino, per questo motivo meritano attenzione e tutele pari ai servizi pubblici dello stesso settore”.

Abbandonati al proprio – tragico – destino: ecco come si sentono i titolari delle strutture che hanno scritto questa lettera.

La speranza? Beh, che Solinas possa fornire, nel più breve tempo possibile, delle risposte e che si trovino delle soluzioni “magari predisponendo un fondo per questo momento di chiusura delle scuole, consentendo – solo per il periodo di chiusura forzata – un aiuto economico, a tutti i servizi privati educativi e integrativi per l’infanzia 0/6 anni in ginocchio. Questo contributo ci consentirebbe di poter sostenere perlomeno i costi fissi delle nostre attività e di affrontare con i nostri dipendenti e le loro famiglie questa emergenza senza la paura di poter perdere il lavoro”.

“Abbiamo speranza che questo messaggio Le possa giungere perché siamo certi che la Sua sensibilità per le sorti del nostro Paese” concludono “e dei suoi cittadini Le consentirà di trovare una risposta al nostro grido di dolore”.

 

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