A Jerzu sanificheranno le strade? La risposta del sindaco Lai: “No, non serve per limitare la diffusione del virus”
La risposta, perentoria e corredata da ampie motivazioni, arriva direttamente dal primo cittadino del comune montano, Carlo Lai
“A Jerzu sanificheremo le strade?” è la domanda che viene rivolta all’amministrazione jerzese più spesso, in questi giorni concitati a causa dell’emergenza sanitaria in in cui è piombata tutta l’Italia.
La risposta, perentoria, arriva direttamente dal primo cittadino del comune montano, Carlo Lai: “No, non verrà fatta perché non serve per limitare la diffusione del virus. Le azioni per limitare il contagio le conoscete: mantenere le distanze fra le persone, non uscire di casa, pulire e disinfettare le superfici che di solito si toccano con le mani, disinfettare le mani spesso».
«Il cittadino jerzese perplesso ha le sue ragioni: da qualche giorno si susseguono iniziative di alcuni Comuni, anche della Sardegna, al fine di attuare la cosiddetta “sanificazione delle strade” – spiega Lai sui social – Lungi dal giudicare l’operato di altre amministrazioni mi limito a comunicare, a coloro che hanno chiesto informazioni, che sulla base di quanto emerso sinora dalle interlocuzioni con le autorità sanitarie, si concretizzerebbe null’altro che un inutile dispendio e sperpero di denaro pubblico se venissero programmati interventi di sanificazione di luoghi aperti, non esistendo, ribadisco, alcuna evidenza scientifica che questi riducano il rischio di contagio e di diffusione del COVID19».
«Alla data odierna, non si riscontrano, infatti, direttive ministeriali o regionali (nè del Ministero della Salute, nè della Direzione Nazionale della Prevenzione Sanitaria, nè dell’Istituto Superiore di Sanità, nè di ATS Sardegna) non solo che impongano, ma che anche solo suggeriscano, alle Amministrazioni comunali di predisporre azioni di questo tipo. A meno che non si voglia considerare virtuosa la spendita di denaro pubblico volto al dispensare un mega effetto placebo».
«Per un Sindaco, credetemi, sarebbe molto più facile alzare il telefono e dare indicazioni affinché si proceda alla sanificazione (si fa per dire), documentare il tutto sui social e fare il pieno di like. Beh, io non sono qui a fare il pieno di like. Non è questo il compito di un Sindaco, massima autorità sanitaria locale. Tanto meno in un’emergenza sanitaria di questa portata e di questa drammaticità».
«Sorvolo infine sulle problematiche ambientali che l’ipoclorito di sodio, che verrebbe impiegato in grandi quantità, potrebbe arrecare alle falde acquifere e all’ambiente in generale. Varie agenzie regionali per la protezione ambientale hanno sollevato questa preoccupazione. Resta inteso che un cambio di orientamento delle autorità sanitarie nazionali e/o regionali troverebbero il Comune di Jerzu prontissimo ad attuare qualsiasi intervento» conclude il sindaco di Jerzu.
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Il Governatore Solinas dichiara lo stato di emergenza regionale sino al 31 luglio
Per consentire una tempestiva attuazione delle disposizioni nazionali secondo le specificità del contesto isolano, la Giunta regionale approva le Misure operative di Protezione civile definendo la catena di comando e di controllo, il flusso delle comunicazioni e delle procedure da attivare per fronteggiare l'emergenza Covid-19 in Sardegna.
«In conseguenza del rischio sanitario, dovuto alla grave emergenza epidemiologica in corso – ha dichiarato il Governatore della Regione- abbiamo dichiarato lo stato di emergenza regionale sino al 31 luglio 2020 per consentire una tempestiva attuazione delle disposizioni nazionali secondo le specificità del contesto isolano. Inoltre, con l’approvazione delle Misure operative di Protezione civile abbiamo definito la catena di comando e di controllo, il flusso delle comunicazioni e delle procedure da attivare per fronteggiare l’emergenza Covid-19 in Sardegna».
Le misure operative prevedono un sistema di coordinamento con un Comitato operativo regionale (Cor), istituito presso la Protezione civile regionale, composto dal Presidente della Regione, dagli assessori della Sanità, della Difesa dell’ambiente, dei Trasporti, dai direttori generali della Presidenza e degli Assessorati coinvolti, della Protezione civile, di Areus e dal Commissario straordinario di Ats, che opera in collegamento coi Dipartimenti di prevenzione/sanità pubblica delle aziende sanitarie locali e con un rappresentante della Prefettura di Cagliari, che ha lo scopo di garantire il raccordo con le altre prefetture del territorio regionale.
Istituita l’Unità di crisi regionale (Ucr), presso l’Assessorato regionale della Sanità, che garantisce e monitora l’applicazione uniforme nel territorio delle procedure sanitarie previste dalla Regione e dal Governo e coordina le diverse componenti istituzionali deputate all’attuazione e gestione dell’emergenza infettiva. Opereranno anche due Unità di crisi locale, istituite presso le Assl di Cagliari e Sassari, che assicurano il coordinamento e l’esecuzione delle procedure previste dai protocolli sanitari e dalle raccomandazioni ministeriali e riferiscono all’Ucr sulle misure adottate e da adottare.
«A causa della rapida evoluzione della situazione epidemiologica e dell’incremento dei casi – ha aggiunto il presidente Solinas – oltre quelli della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Giunta ha emanato una serie di decreti restrittivi validi per la comunità sarda, con effetti immediati anche in altri settori oltre a quello sanitario, come nella gestione dei trasporti da e per la Sardegna, con controllo e supporto per assicurare spostamenti motivati anche all’interno del territorio regionale, l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e l’assistenza alle persone che, rimanendo isolate, non possono accedere ai servizi essenziali attraverso gli strumenti informatici».
«Uno degli effetti, che ha riguardato in particolare la Sardegna – ha aggiunto Solinas- è stato il flusso in ingresso di persone domiciliate nelle secondo case e il rientro di sardi che si trovano fuori dall’Isola per motivi di lavoro o di studio. Se ciò dovesse comportare un incremento rilevante dei casi, si potrebbe delineare uno scenario difficile per il Sistema sanitario regionale che potrebbe avere difficoltà a fronteggiare l’emergenza e la nostra condizione di insularità renderebbe ancora più complessa la realizzazione di interventi di soccorso sanitario da parte di altre Regioni».
«Per assicurare l’attuazione degli interventi urgenti e dei servizi di soccorso, il Direttore generale della protezione civile, sentito il presidente Solinas, convocherà a breve il Comitato operativo regionale – ha dichiarato l’assessore della Difesa dell’Ambiente, con delega alla Protezione civile, Gianni Lampis – con la partecipazione degli Assessori regionali competenti, per assicurare il coordinamento degli interventi urgenti e delle strutture operative regionali con quelle nazionali e degli enti locali»,
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