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L’appello alla responsabilità di tutti: i versi in limba del poeta Bruno Agus

Foto del grande poeta improvvisatore Bruno Agus.

Uno degli ultimi esponenti della scuola dei poeti improvvisatori sardi, questa volta non ha cantato le sue rime esibendosi su un palco.

Bruno Agus da Gairo, classe ’57, non ha composto le sue rime sotto la luce della luna ma questa volta le ha scritte su un social network.

Infatti su facebook ha voluto lanciare un appello in lingua sarda, visto questo momento di estrema difficoltà che tutto il Mondo oramai sta vivendo.

Con parole accorate invita il popolo sardo di restare a casa, per poter riuscire a fermare la diffusione del coronavirus.
Allo stesso tempo chiede a tutti di uscire dalla propria abitazione per estrema necessita, utilizzando in questi casi massima prudenza.
Nell’ultimo verso il poeta consiglia anche di fare qualche preghiera, perché dove non può arrivare la scienza la speranza potrebbe arrivare dal Signore.

Ecco i versi e le parole da tenere ben in mente del poeta ogliastrino:

 

A totu cantos fagher bos cheria
dae s’intragna un’acoradu invitu.
Jà l’ischides chi custa pandemia
oramai tocadu at dontzi situ.
Ed est pro totu s’umana zenia
unu tragicu eventu malaitu.
Frimare custa si podet ebbia
s’istamus intro su propriu abitu.

E si setzis custrintos da s’urgentzia,
faghide totu cantos a manera
de usare sa massima prudentzia.

Fetende puru calchi preghiera,
ca a boltas cando non bastat s’iscentzia
dae su Chelu isetamus s’ispera.

 

 

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