Anche l’insegna sarda, da sempre impegnate nel sociale, appartiene a Superemme che, come Socio di SELEX Gruppo Commerciale, partecipa alla donazione di 1 milione di Euro per combattere l’epidemia.

Gli imprenditori di SELEX Gruppo Commerciale dunque mettono a disposizione dell’Ospedale Sacco di Milano, di ASST-Lodi, Azienda Socio Sanitaria Territoriale che comprende ospedale di Lodi e Codogno, e della Protezione Civile,  1 milione di euro per la ricerca e per interventi urgenti a favore dell’emergenza sanitaria.

«Una malattia nuova richiede soluzioni nuove e la ricerca è l’unica via per fornirle- ha affermato Massimo Galli, Primario infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano:Pur nella grande difficoltà che questa epidemia ci impone, stiamo raccogliendo tutte le informazioni che ci possano aiutare a curare meglio nel presente e a prevenire meglio oggi e nel futuro. Il nostro gruppo di ricerca al Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche Luigi Sacco è impegnato in studi che riguardano sia le caratteristiche del virus, sia le modalità di interazione con le persone – come le infetta, dove si attacca – sia sulle possibili cure».

Il terzo Gruppo della distribuzione moderna italiana, costituito da Aziende leader nei territori in cui operano con insegne nazionali e regionali – in Sardegna le insegne di riferimento sono IPERPAN e SUPERPAN di Superemme con un totale di circa 34 punti vendita –  è impegnato a garantire i servizi e la disponibilità dei prodotti in tutti i punti vendita della Penisola ottemperando alle prescrizioni dei differenti Decreti legge con l’obiettivo di salvaguardare la salute dei clienti e dei dipendenti.

In merito alla notizia riportata su alcuni organi di informazione circa le indagini avviate nei confronti della titolare dell’albergo che avrebbe pubblicizzato sul web ‘la fuga dal corona virus’ ed alle conseguenti e feroci polemiche che ne sono scaturite soprattutto sui social, intervengono i legali della titolare della struttura, gli avvocati Rosalino Ghironi e Giuseppina Mameli che intendono precisare quanto segue.

Riportiamo integralmente il comunicato dell’Hotel La Vecchia Marina di Arbatax.

«Come già ampiamente chiarito in una nota pubblicata sul sito dell’hotel e diffusa anche sui social, la struttura ricettiva è chiusa dallo scorso mese di ottobre e riaprirà i battenti (almeno secondo le previsioni iniziali) il prossimo mese di maggio. Nel programmare la complessa stagione estiva alle porte, quando tutti, e ribadiamo tutti rinnovavano gli inviti ad essere ottimisti ed a proseguire con le dovute cautele la vita normale, veniva pubblicizzata sul web l’offerta volta a consentire ai potenziali clienti dell’hotel che giungevano dalle zone colpite dall’emergenza sanitaria di prenotare tranquillamente una vacanza per i mesi a venire, nella speranza, a quel momento, di essere usciti dall’emergenza. L’offerta prevedeva la possibilità di prenotare senza temere di perdere eventuali anticipi, anzi, garantendo delle specifiche politiche di cancellazione molto più elastiche di quelle che normalmente venivano offerte proprio in virtù dell’incertezza creatasi.

Pertanto, nella volontà della titolare dell’hotel non vi era alcuna intenzione di istigare la commissione di nessun tipo di reato, e questo per due motivi.

Intanto, perché la pubblicità è stata diffusa su internet prima del D.P.C.M. dell’8 marzo 2020 che ha vietato da quel momento gli spostamenti dalle cd. zone rosse, divieto poi esteso a tutta l’Italia. La titolare della struttura, non appena emanato il citato decreto ed al fine di evitare qualsiasi tipo di fraintendimento, si è subito attivata per far rimuovere dal sito l’offerta ed ogni forma di collegamento sul web. Probabilmente era troppo tardi e la situazione creatasi era stata oramai strumentalizzata.

Non solo, come già detto sopra, l’albergo è attualmente chiuso e non ha ospitato e non ospita nessuno delle attuali undicimila persone che nel frattempo pare abbiano raggiunto l’isola. Pertanto, ‘le offerte per le prenotazioni fino al 30 di aprile’ si riferivano esclusivamente alle prenotazioni fatte per i soggiorni nei mesi a venire e non alle persone che prenotavano e arrivavano fino a quella data, come parrebbe intendersi dalle prime notizie diffuse»