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Migrazioni – I sardi nel mondo. A Nuoro la mostra fotografica di Antonio Mannu 

Federico Cugurullo ricercatore cagliaritano che lavora sulle città di fondazione, durante una visita a Masdar City, una città pianificata che sorge a circa 30 km da Abu Dhabi, la capitale degli Emirati Arabi Uniti. Masdar City mira ad essere uno sviluppo urbano sostenibile a emissioni zero. E’ sede del prestigioso Masdar Institute of Science & Technology, polo universitario realizzato in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology. Qui Federico è in attesa di salire a bordo di una delle piccole auto elettriche, che viaggiano senza pilota e su percorsi senza binario, che sono il solo mezzo di trasporto operativo a Masdar City.

 

 

Da venerdì 6 marzo e fino al 4 aprile 2020 apre a Nuoro “Migrazioni – I sardi nel mondo”, una mostra fotografica di Antonio Mannu dal grande valore artistico, antropologico, storico e sociale.

L’evento non prevede una cerimonia di inaugurazione: “In ottemperanza alla direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri e alle ordinanze del Presidente della Regione Sardegna, volte al contenimento del rischio di diffusione del Coronavirus” spiega il commissario Isre, Stefania Masala, “e in via del tutto precauzionale, le visite alla mostra, così come quelle al Museo del Costume, saranno contingentate – sottoposte cioè a limitazioni e razionamenti – onde evitare affollamenti. Saranno perciò temporaneamente vietati gli ingressi a gruppi e le visite guidate a gruppi”.

L’esposizione, allestita negli spazi del Museo del Costume in via Antonio Mereu 56, è realizzata dall’Istituto Superiore Regionale Etnografico (Isre) e dall’Associazione Ogros. Presenta una parte della documentazione visuale raccolta con un’inedita ricerca sulla migrazione sarda contemporanea, realizzata tra il 2008 e il 2016, un progetto dell’Associazione Ogros realizzato con l’obiettivo di conoscere, attraverso immagini e storie di vita, le esperienze di chi ha lasciato la Sardegna, di comprendere come è mutato il rapporto con la terra d’origine, il modo in cui questo si esprime e si trasforma nei luoghi del mondo, come cambia, evolve o si annulla il sentimento di appartenenza.

Nell’arco di oltre sette anni di lavoro, attraverso interviste video registrate, sono state raccolte le testimonianze di più di 170 persone, incontrate in 21 Paesi di quattro diversi Continenti.  Alla ricerca hanno partecipato Andrea Deiana, Antonio Mannu, Tao Mannu, Luis Murrighile e Paola Placido.

L’esposizione fotografica documenta la vita e il lavoro di sarde e sardi che vivono in luoghi diversi del pianeta, con immagini realizzate in situazioni e contesti eterogenei, in paesi distanti nella geografia, nella storia, nella cultura, nel tessuto economico e sociale.

Letizia Battaglia, illustre fotografa palermitana ha scritto in proposito: “Ho guardato con attenzione le fotografie realizzate da Antonio Mannu per il suo progetto sulla migrazione sarda, un lavoro eseguito in diversi anni e svariati paesi. Lo ritengo interessante e utile, anche per la riflessione a cui ci porta l’evidenziare che lasciare la propria terra di origine è uno dei temi più drammatici di questi anni.”

La spagnola Cristina Garcia Rodero a sua volta scrive: “Il progetto fotografico sull’emigrazione sarda di Antonio Mannu è un lavoro fatto con amore e creatività, difficile sotto l’aspetto documentale e concettuale. Con uno sguardo sincero e sensibile dona ai protagonisti dignità e forza.”

Una selezione delle immagini realizzate nell’ambito del progetto “Migrazioni”, acquisita nel 2011 dall’Isre, è entrata a far parte di un Corpus fotografico regionale di alta qualità artistica e documentaria. Questo fatto, oltre all’interesse per una documentazione su un tema di attualità globale, e di specifica rilevanza per la storia della nostra isola, ha motivato la decisione dell’Istituto di promuovere la realizzazione di questa mostra.

L’esposizione, composta di 66 fotografie a colori nel formato 30×45, fa parte di “Migrazioni-la Trasmissione del Senso”, iniziativa di condivisione dei risultati della ricerca realizzata dall’Associazione Ogros, un progetto sostenuto dalla Fondazione di Sardegna, portato avanti con la collaborazione dell’Associazione Sarditudine.

La mostra fotografica sarà visitabile sino al 4 aprile. Aperta tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 (a partire dal 16 marzo sino alle 20).

Info e contatti: 0784 257035 338 91 49 219 – ascultaogros@gmail.com 

 

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