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Medicina popolare ogliastrina: come venivano affrontati in passato il parto e il periodo successivo alla nascita

PH Emigratisardi.com Wagner

 

 

In passato la donna affrontava il parto in casa, un evento molto intimo nella sfera familiare, dove fondamentale era la figura de “Sa levadora” – o “maista de partu”-.

Questa era una donna rispettata dalla propria comunità che attraverso la sua esperienza e la sua abilità assisteva la futura mamma in un momento così importante.  La presenza della levatrice era richiesta quando si avvicinava la data del parto.

Controllava lo stato di salute della donna, in stato di gravidanza, con visite frequenti.  Quando arrivava il momento del parto veniva avvisata, aiutando la partoriente e impartendo varie disposizioni ai presenti.  Infatti solitamente assistevano al parto la mamma, la suocera e qualche sorella – solitamente quella maggiore-. Spesso era presente anche il marito. 

Una volta avvenuto il parto, la levatrice faceva il primo “bagnetto” al bambino all’interno di una tinozza con dell’acqua calda, fatta preparare in precedenza.  “Sa levadora” non veniva mai pagata in denaro, ma solitamente si contraccambiava il suo aiuto con prodotti che si avevano a quel tempo in casa. Quindi capitava di donare le carni di un animale allevato, del formaggio, vino o dolci. 

Per il bambino veniva realizzato un ciuccio artigianale: “sa simingionera”. Si utilizzava un pezzo di tessuto e lo si bagnava nello zucchero o nella camomilla.  Nel caso di arrossamento del neonato, veniva cosparsa la parte con della fuliggine del camino. Oppure si utilizzava dell’olio d’oliva e dell’acqua in parti uguali. Una volta sbattute a lungo in una scodella si otteneva una crema bianca che con un panno si applicava sul bimbo. 

L’ombelico veniva legato con un filo e disinfettato con attenzione tutti i giorni, fino a quando si staccava.  Il neonato veniva allattato con il latte materno, ma se la mamma avesse avuto problemi si ricorreva a due diverse soluzioni. 

Ci si poteva rivolgere ad una parente o ad una vicina di casa che stava allattando nello stesso periodo. In caso di latte in abbondanza avrebbe potuto allattare più di un neonato, divenendo “mama de latti”. I bambini invece prendevano il nome di “fradis ‘e latti”.  Nel caso non si trovasse questa, si utilizzava il latte di capra in sostituzione a quello materno, somministrato al bimbo con un cucchiaino. 

Se la donna incorreva nella mastite, si cercava di affrontare il problema con acqua calda e grasso di maiale scaldato. C’era anche un rimedio “magico”: la donna si sarebbe dovuta recare a casa della madrina farsi passare da questa una ciocca di capelli nella parte dolorante.

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