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Giovane arbitra e ragazzini in campo insultati dai genitori, dov’è finito lo spirito sportivo?

«Ieri, in un campo di calcio della Sardegna, l’arbitro era lei. – scrive nel posto il presidente dell’Anci- Avrà 17/18 anni. Piccola, giovanissima. Dirigeva una partita tra ragazzi di 13/14 anni. Non proprio la champions league, insomma. Ed era da sola: niente guardalinee, niente assistente d’area, niente Var. In queste partite è sempre così. Un mestiere difficile, e ingrato. Il pubblico di casa le ha detto di tutto. Di tutto. Specialmente le mamme dei ragazzi in campo. Le hanno urlato imbecille. Stupida. Incapace. Addormentata. L’hanno invitata ad andare a fare l’uncinetto. Le hanno gridato di non tornare. Lei, sorda a tutto, in mezzo al diluvio, ha continuato a fare il suo dovere e ha portato a termine il compito».
Deiana, presidente dell’Anci, assiste a una partita di calcio in un campo qualunque della Sardegna, non è importante dove, ciò che conta è il come si è svolto l’incontro che chiamare sportivo è difficile. La partita si svolge regolarmente, un buon arbitraggio, nessun episodio da contestare, le solite azioni. Quello che non è normale è quanto avviene sugli spalti dove siedono le mamme dei giocatori.

«La più fanatica di queste mamme ha insultato l’arbitro per tutta la partita – prosegue Deiana ma a un certo punto ha diretto i suoi improperi verso un’altra vittima: suo figlio. Questo ragazzo è attaccante e a un certo punto ha avuto l’occasione buona per segnare. È partito in contropiede verso la porta avversaria, il pubblico lo ha spinto nella sua corsa (dai! Corri, corri! Forza! Tira! Passa! Corri! Dai! Suuuuu! Eeeeh! Aaaah!). E la mamma più di tutti, e a voce più alta. Lo chiamava per nome. Cinque volte in cinque secondi, sempre più forte. E insomma, questo ragazzo sul più bello si è allungato la palla e il portiere lo ha fermato. Il pubblico si è disperato: Noooo! E via improperi e maledizioni. La mamma tuona: Coglione!!!!».

Non si parla di sessismo o discriminazione, che già sarebbe gravissimo, qui si va oltre, si parla della totale mancanza di senso sportivo, di capacità di motivare e di educare i giovani al rispetto, si parla di un esemplare esempio di cattivo esempio.

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