“S’Ortali e su Monti stamattina ci ha accolto così” hanno scritto qualche ora fa sul profilo social di ArcheOgliastra.

“Dopo un pomeriggio e una notte di passione per la terra, gli animali e i tanti uomini che stanno lavorando infaticabili per domare l’incendio, ancora fumo acre a rendere pesante il respiro e ad arrossare gli occhi.
Le strutture sono state solo lambite dal fuoco grazie alla presenza di squadre di forestale e vigili del fuoco ma anche, e forse soprattutto, grazie al lavoro quotidiano dei manutentori che tengono il sito pulito e ordinato come un giardino giapponese. Senza questo lavoro sarebbe stato un vero disastro.
Noi al sito ci siamo anche oggi e ci saremo da martedì come sempre. Con un magone indescrivibile e la voglia di presidiare più che mai un luogo che sentiamo casa nostra”.

Poi concludono: “Questo sfregio resterà a lungo nel paesaggio, negli occhi e nel cuore dei tortoliesi e di chi ha attività produttive nella zona interessata dalle fiamme. Un danno forse voluto e procurato da qualcuno che non riesco a definire.. perché parole non ce ne sono”.

FOTO PROFILO SOCIAL ARCHEOGLIASTRA:

Potrebbe non esserci alcun dolo all’origine del grosso incendio di ieri a Tortolì che ha devastato più di 500 ettari di territorio (i danni sono ancora non quantificabili). A scatenare il fuoco potrebbe essere stato un uomo che stava bruciando delle frasche nel proprio agrumeto, nonostante la giornata di forte vento e nonostante i divieti.

“Non c’è nessun dolo alla base del disastro che ha colpito questo territorio ma un’imprudenza, un’azione colposa – ha detto all’Ansa il comandante del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale Antonio Casula -. Abbiamo individuato il punto di innesco dell’incendio che è la zona di San Salvatore nei pressi della spiaggia di Orrì, un’area utilizzata per attività agronomiche: il rogo è partito da un agrumeto in cui un uomo stava bruciando residui di potatura accumulati nel suo terreno”.

“L’attività investigativa è nel pieno del lavoro per accertare questa tesi, stiamo incrociando i dati e le testimonianze per avere la certezza di questa responsabilità. Spetterà poi alla magistratura intervenire con provvedimenti adeguati”.

“Se da un lato tiriamo un sospiro di sollievo perché non c’è stato dolo – ha concluso il Comandante – dall’altro constatiamo che nonostante la nostra costante campagna di sensibilizzazione ancora non c’è consapevolezza del divieto di bruciare sterpaglie in una giornata di vento e quindi a forte rischio. Un punto sul quale dobbiamo intervenire con più forza”.

Un’imprudenza quindi che è costata cara.