Bella sorpresa presso la Torre di Bari Sardo: alcune uova di fratino, notate dai residenti, sono state messe in sicurezza.

«Dopo la segnalazione,» spiega l’amministrazione comunale «abbiamo cercato di capire di che specie fossero. La conferma che fosse proprio fratino è arrivata sia da un esperto della Lipu (Lega italiana protezione uccelli) che dalla Forestale».

A quel punto, è intervenuto anche il Comune. Le procedure per mettere in sicurezza il nido sono state tutt’altro che semplici: una prima gabbia evita che i predatori naturali – cani, gatti e gabbiani, ad esempio – possano cibarsene. Ma ci sono volute anche altre barriere: «Dannoso che i curiosi si avvicinino troppo. In estate, infatti, i fratini si posano sulle uova per evitare che si scaldino troppo. Se ci sono persone vicine, loro vanno via e questo potrebbe compromettere la covata».

Importante da sottolineare è che i fratini scelgano, per i loro nidi, solo i litorali che hanno mantenuto integro l’habitat. «Stiamo preservando la spiaggia nel modo giusto» aggiunge l’amministrazione.

Per ora, si attendono i fiocchi rosa o azzurri monitorando costantemente la zona.

Importanti news dall’ultimo Consiglio Comunale di Bari Sardo: approvati all’unanimità sia il Pul, Piano di utilizzo dei litorali, che il Piano di valorizzazione delle terre civiche.

Per quanto riguarda quest’ultimo, il Regolamento – che stabilisce dell’uso, del godimento e della fruizione degli usi civici degli aventi diritto – disciplina sia le forme cosiddette tradizionali (come pascolo, ghiandatico, legnatico e generalmente uso agricolo) e sia quelle non tradizionali. Proprio queste ultime, come spiega il vicesindaco di Bari Sardo Valerio Dettori, potranno costituire un elemento importante per la crescita a livello turistico del paese ogliastrino.

Per forme non tradizionali si intende anche tutta una fascia di attività e servizi svolti da imprese nel settore turistico-ricreativo con focus su turismo rurale, escursionismo e attività sportive all’aria aperta e altresì le attività di supporto e servizio alle attività suddette (come gestione di campi, piste, aree attrezzate, infopoint e biglietterie, centri di educazione ambientale e attività didattiche).

Tutto ciò perché? Per promuovere lo sviluppo del territorio.

«Il Regolamento, per quanto riguarda le forme non tradizionali, ci permette di creare, a ridosso dell’area a mare, una fascia da destinare ad attività legate al turismo» spiega Dettori. «Con questo Piano di valorizzazione, insomma,» continua, uno sguardo su entrambe le forme «potremo sia tentare di dare nuovo valore all’uso agricolo delle terre, ritrovando almeno in parte quella vocazione che nel corso del tempo è venuta a mancare, e sia permettere la crescita del turismo a Bari Sardo».

«Vorrei ringraziare Alessio Pischedda,» specifica Dettori «che fino a poco tempo fa era l’Assessore all’Urbanistica e che ha lavorato tanto per questo Piano. Non ha potuto presenziare all’approvazione durante l’ultimo Consiglio, però ha svolto un lavoro eccellente, ci tengo a sottolinearlo».