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Accadde oggi: 45 anni fa il referendum sul divorzio, la Sardegna votò contro l’abrogazione

Con una affluenza che sfiorò  l’88 per cento, mai più vista in Italia, fu uno uno dei referendum più sentiti dalla popolazione. 19.383mila no, pari al 59,26 per cento, decisero che la Legge Baslini Fortuna, che consentiva il divorzio, doveva restare in vigore. A promuovere la consultazione elettorale, fu la Democrazia cristiana, il quesito posto agli elettori era proprio questo, si chiedeva ai cittadini se volessero o meno abrogare la «legge 898/70, Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio» entrata in vigore il 3 dicembre 1970.

I sardi il 12 maggio del 1974, decisero che la legge doveva rimanere in vigore e insieme alla Sicilia furono le uniche regioni del sud a votare contro l’abrogazione. Il fronte del no in Sardegna raggiunse il 55,2 per cento. Nei capoluoghi dell’Isola le percentuali si sollevano, a Cagliari i no raggiunsero il 64,7 per cento, a Sassari il 64,4 e a Nuoro 60,7. Nelle cittadine operaie i favorevoli al no raggiunsero percentuali ancora più alte, a Carbonia per esempio si raggiunse il 73 per cento. Si calcola che i sardi non abbiano seguito le indicazioni dei partiti, visto che l’orientamento della maggioranza, votata alle consultazioni più vicine al maggio’74 in Sardegna era quello di votare per il sì.

I partiti di sinistra si batterono per il no, per mantenere una delle conquiste più importanti tra i diritti civili, soprattutto per la donna. L’esito del voto ebbe conseguenze politiche importanti, spostando a sinistra il quadro politico nazionale e regionale. Un mese dopo infatti, il 16 giugno si tennero nell’Isola le elezioni regionali il cui esito fu sicuramente influenzato dal referendum. La Dc perse più del 6 per cento e dovette rinunciare a 4 consiglieri, mentre il Pci guadagnò più del 7 per cento e poté contare su altri 6 consiglieri. Sono passati 45 anni

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