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Regionali 2019: le interviste ai candidati ogliastrini. Parla Gianluca Congiu, Partito dei Sardi ( Maninchedda Presidente)

Gianluca Congiu

Gianluca Congiu, sindaco Girasole

 

Domenica 24 febbraio i cittadini sardi saranno chiamati ad eleggere il Presidente della regione e il Consiglio regionale. La Sardegna è una delle sei regioni italiane che in questo 2019 sarà chiamata alle urne, insieme insieme ad Abruzzo, Calabria, Piemonte, Emilia Romagna e Basilicata. In Ogliastra, da settimane, la campagna elettorale si è fatta infuocata. Noi di Vistanet cercheremo di dare spazio ai candidati ogliastrini di tutte le coalizioni, sottoponendo loro la medesima griglia di domande.

Oggi ci confrontiamo con Gianluca Congiu, 43enne sindaco di Girasole e operatore turistico, candidato per il Partito dei Sardi ( Maninchedda Presidente). 

 

Partiamo dalla sua decisione di candidarsi. Cosa l’ha convinta a mettersi in gioco e a pensare di mettersi al servizio della comunità? Che valore aggiunto pensa di poter dare, nel caso in cui dovesse essere eletto consigliere, alla qualità della vita degli ogliastrini?

Tornando nel 2011 in Ogliastra da Roma dove ho vissuto, studiato e lavorato per 15 anni per realizzare ed aprire una struttura turistica mi sono accorto che nulla era cambiato ma anzi che alcune cose erano peggiorate soprattutto sui trasporti e le infrastrutture (porto ridimensionato, aeroporto chiuso, strada per cagliari ferma, trenino verde bloccato) ma anche in tema di fisco che opprime imprese e commercio senza il riconoscimento della condizione di insularità che pesa quasi come una tassa aggiunta sul turismo e sulle aziende che vogliono esportare i loro prodotti.

Se dovessi essere eletto il valore aggiunto sarebbe quello di dedicarmi completamente al prossimo e all’Ogliastra pensando soprattutto alle persone e alle aziende in difficoltà come ho già fatto e dimostrato da Sindaco con serietà, impegno e onestà. So che con l’impegno e una visione di sviluppo i risultati arrivano. So amministrare e so cosa serve all’Ogliastra.

Trasporti e infrastrutture. Sono una spina nel fianco dell’Isola. Solo solo in Ogliastra abbiamo: un aeroporto chiuso dal 2011, che nei tempi d’oro ha fatto atterrare oltre 50mila persone in Ogliastra. Poi un porto, quello di Arbatax, che vede attraccare sempre meno navi e poi una strada, la nuova 125 Orientale Sarda che ancora non è compiuta nonostante l’inaugurazione di un primo tratto nel lontano 2002. Quali soluzioni per l’Ogliastra?

Abbiamo bisogno di più poteri sui trasporti e sulle infrastrutture. Dobbiamo pretendere dall’Italia di poter decidere noi le tariffe e fare le gare sia sui porti che sugli aeroporti. Non possiamo essere prigionieri e costretti a viaggiare solo su Roma, Civitavecchia e Milano. Dobbiamo andare avanti sull’Anas Sarda e avere in mano noi le risorse e decidere noi quali investimenti fare. E’ un mio sogno lo so ma penso che per far uscire definitivamente l’Ogliastra dall’isolamento servirebbe una tratta ferroviaria veloce che colleghi Seui a Lanusei e da lì poi a Tortolì e Cagliari. Lo sviluppo e la crescita demografica come è accaduto al Nord Italia sono sempre collegati allo sviluppo delle reti dei trasporti.

Giustamente quella della mancanza di lavoro è una priorità assoluta da affrontare: è da qui che si prendono le misure di una vera democrazia. Qual è la sua ricetta per combattere la precarietà, il ricatto del bisogno?

Sono le imprese che devono creare lavoro e non lo Stato che invece deve solo affiancare e aiutare chi vuole fare impresa. Per poter creare lavoro è quindi necessario un fisco più giusto che non può essere lo stesso a Nord, nel Centro Italia e in Sardegna, un fisco che permetta l’accumulo di capitali da poter investire in innovazione, crescita e soprattutto lavoro. Per fare questo è necessario avere un diverso trattamento fiscale in Sardegna e un costo del lavoro più basso che altrove.

Il comparto dell’edilizia in particolare soffre e per aiutarlo bisogna sbloccare i piani urbanistici, fare una nuova legge e semplificare le procedure con poche regole e chiare. Ad esempio a 300-500 metri dal mare non si può costruire nulla ma oltre, fatte salve le zone già segnalate come a rischio idrogeologico, si deve poter costruire e basta. Con strutture rigorosamente sostenibili dal punto ambientale e privilegiando quelle turistiche vicino alle coste ma si deve poter costruire. Con la pianificazione sociale, dando sostegno economico a chi vuole restaurare o rilevare edifici in disuso anche in montagna e dando più poteri ai comuni sull’urbanistica si può sbloccare questo settore un tempo trainante in Ogliastra. Sul lavoro come in tutti i settori ci vogliono cambiamenti radicali.

L’organizzazione della sanità rappresenta una sfida fondamentale per il Governo della Regione. Cosa pensa della riforma sanitaria? Quali azioni intende compiere nello specifico rispetto alla situazione del nosocomio lanuseino?

La riforma sanitaria è da cancellare senza se e senza ma. Il centro sinistra non può dire che è da rivedere e poi candida di nuovo l’artefice Arru di nuovo per il Consiglio Regionale. Lanusei deve restare il punto di riferimento per la Sanità in Ogliastra e potrebbe diventarlo, una volta completata la strada, anche per il Sarrabus. Combattiamo la logica dei numeri che tutto opprime e cancella. L’Italia e il Ministero stanno orientando i bisogni dei pazienti sul privato svuotando il nostro prezioso Ospedale, ribelliamoci a questa logica.

Quali sono, a suo avviso, le altre emergenze da fronteggiare subito per quanto riguarda l’Ogliastra?

Il comparto suinicolo va sostenuto e non contrastato. Va fatta formazione paese per paese ed educazione al rispetto delle regole. Con la forza non si ottiene nulla. Altra emergenza è quella del prezzo del latte. L’immissione di latte estero sul mercato sta rovinando i pastori. I grossi consorzi acquistano dall’estero e l’eccesso di latte costringe i pastori ad abbassare i prezzi per poter vendere. Se fosse stata attuata la zona franca doganale sarebbe stato risolto anche questo problema e sarebbe stato possibile bloccare, almeno sull’agroalimentare, latte e carni, l’immissione senza controllo di prodotti esteri spesso inquinati e non certificati.

Permettere ai nostri giovani di farsi le ossa nella nostra Isola e di poterci restare per costruire qui un futuro sembra una delle maggiori sfide che la Regione dovrà affrontare. Come pensate di riuscirci?

Servono forti investimenti sulla formazione professionale e si deve creare lavoro, come ho già detto, partendo dal sostegno alle imprese che non possono essere considerate il male. Nessuno oggi con la tassazione che c’è rischia e fa impresa, così i giovani non trovano altra alternativa all’emigrazione che impoverisce le nostre comunità. Le donne devono entrare a pieno titolo nell’economia e nelle istituzioni. Quali sono le azioni che intende portare avanti per sostenerle?

In politica sono già stati fatti degli importanti passi avanti soprattutto con la nuova legge elettorale. In altri campi credo che si possa fare ancora tanto sempre investendo sulla formazione d’impresa femminile e sul sostegno ancora più incisivo alla maternità che deve essere vista con più forza come ricchezza e non come una colpa.

Parliamo di fasi attuative.  Quali saranno?

Trasporti, Leva fiscale, Sostegno alle imprese, Lavoro, Viabilità, Sanità e Urbanistica.

 

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