I militari della Stazione di Lanusei, al termine di mirate indagini scaturite dalla querela di un operaio ogliastrino, hanno denunciato per il reato di truffa alla Procura della Repubblica di Lanusei un 60enne della provincia di Milano.

Il malfattore, mediante artifizi e raggiri elaborati nell’arco di un mese, riusciva a farsi consegnare, tramite la ricarica di una carta prepagata, una somma di denaro per un complessivo di 750 euro, per la vendita di un motocoltivatore usato.

Il tutto ha avuto origine nel mese di novembre, quando su un noto sito internet veniva inserito l’annuncio in vendita di mezzo edile in ottime condizioni, con il recapito telefonico del venditore. Dopo il primo contatto telefonico, il potenziale fornitore era riuscito ad ottenere la fiducia del suo interlocutore rendendosi disponibile a recapitare il veicolo di persona non appena si sarebbe concluso l’accordo.

L’ignaro acquirente, nel momento in cui ha visto che il motocoltivatore non arrivava si è rivolto alla locale Stazione Carabinieri per denunciare quanto accaduto.

L’attività d’indagine ha permesso di ricostruire nel dettaglio gli artifizi utilizzati e di raccogliere a carico del truffatore gravi indizi di colpevolezza.

Si parlerà di usi civici e del fatto che possano rappresentare per il territorio non vincoli ma catalizzatori di una buona economia.

L’appuntamento è per sabato 19 gennaio alle 18.30 a Villagrande, presso il Centro di aggregazione sociale, in compagnia dei membri del movimento politico ogliastrino L’Alternativ@. 

Il diritto d’uso civico in Italia si confonde, per certi versi, con il concetto di proprietà collettiva e la Sardegna non fa eccezione: tuttavia mentre quest’ultima non è sicuramente riconosciuta esplicitamente dal moderno diritto, ed ove presente in antico è poi finita per configurarsi come proprietà privata o pubblica assoggettata ad un uso civico confondendosi con quest’ultimo, non è in generale vero l’opposto dal momento che la situazione di esistenza di un uso civico su un dato suolo non prova necessariamente che esso derivi da una proprietà collettiva in senso pieno, ma anche (ad esempio) da forme anche mature di proprietà privata originaria con successivi diritti d’uso concessi in favore di terzi.